Posts written by Hartia

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    Emmanuel Carrère - I baffi
    La Moustache (1986)

    Adelphi Edizioni, Milano, 2020,
    traduzione di Maurizia Balmelli
    14x22 cm, 149 pp.,
    ISBN 9788845934599.


    È quasi un capriccio, uno scherzo, quello di tagliarsi i baffi, da parte del protagonista di questo inquietante romanzo. Ma ci sono scherzi (Milan Kundera insegna) che possono avere conseguenze anche molto gravi. Il nostro non più baffuto eroe si troverà infatti proiettato di colpo – lui che voleva solo fare una sorpresa alla moglie – in un universo da incubo: perché tutti quelli che lo conoscono da anni, e la moglie per prima, affermano di non averli mai visti, quei baffi, e che dunque nella sua faccia niente è cambiato. Il mondo comincia allora ad apparirgli «fuor di squadra», e il confine tra la realtà e la sua immaginazione sempre più sfumato. Delle due l’una: o è pazzo, o è vittima di un mostruoso complotto, ordito dalla moglie con la complicità di amici e colleghi, per convincerlo che è pazzo. Non gli resta che fuggire, il più lontano possibile. Ma servirà? O non è altro, la fuga stessa, che il punto di non ritorno? Per nessun lettore sarà facile ripensare a questo libro – in cui ritroviamo le atmosfere visionarie e paranoiche di quel Philip K. Dick sul quale Emmanuel Carrère ha scritto con illuminante finezza – senza un brivido di turbamento.

    Si parte: il lettore viene immerso nei meandri della mente di un personaggio, senza nome, al quale, sembrerebbe, la moglie giocherellona sta facendogli uno scherzo, convincendolo che non s'è accorta del taglio drastico dei baffi del marito perché... non ha mai avuto i baffi! Deve trattarsi per forza di questo, di una burla. I pensieri del protagonista ci convincono che la moglie è capace di inscenare scherzi ben elaborati coinvolgendo anche gli amici a reggere il gioco. Però il gioco è bello finché dura poco e ora inizia a diventare pesante. Ma si tratta davvero di un gioco? Il dubbio arriva, vorace, e distrugge tutto: il rapporto con la moglie, le amicizie, il lavoro, la famiglia... Carrère è abile nel descrivere il tormento di un protagonista incapace di capire sé stesso, o che forse si scopre ora per la prima volta preda di un'enorme menzogna, alla ricerca di uno straccio di prova, che possa preferibilmente dargli ragione, ma in fondo si accontenterebbe anche di una prova a sfavore, purché sia un prova che porti a una qualche spiegazione. Ed è drammatico vivere insieme al protagonista questo sconforto, senza più alcun punto di riferimento fisico o mentale al quale potersi aggrappare. Il rischio d'impazzire è alto. Ma nessuno è pazzo. Tutti sono pazzi. E allora non rimane che scappare, lontano, ricominciare; trovare conforto in gesti abitudinali, ripetitivi. Dimenticare. Ma chi siamo davvero di fronte a quello specchio? La domanda rimane. Il dubbio rimane... in un finale che è auto-affermazione di sé stessi e negazione al contempo. E io? Io, lettore, sono davvero sicuro di chi sono?

    Voto: 4,5/5.


    QUI ho raccolto un po' di citazioni:
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    CITAZIONE (JoKy89 @ 20/3/2023, 15:50) 
    Siamo rimasti che glielo richiedo a capodanno, vediamo se cambia qualcosa.

    Prima, però, riempila di alcol! :drunk:
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    stig-dagerman-ho-remato-per-un-lord
    Stig Dagerman, Davide Reviati - Ho remato per un lord
    Lorden som jag rodde (1946)

    Coconino Press Fandango, Roma, 2021,
    traduzione di Gino Tozzetti, illustrazioni di Davide Reviati, postfazione di Goffredo Fofi,
    25x17,5 cm, 125 pp.,
    ISBN 9788876185724.


    Uno dei più importanti autori del fumetto italiano e internazionale si confronta con un grande scrittore del Novecento. Davide Reviati affonda lo sguardo e il segno nelle atmosfere di Stig Dagerman, accompagnando la sua prosa asciutta e dolente con un racconto per immagini che ne moltiplica, ne amplifica e ne esalta le sfumature. Ho remato per un lord narra con lingua piana e dolorosa chiarezza la fine dell’infanzia di un ragazzino, un piccolo barcaiolo svedese, messo di fronte al tradimento dei suoi sogni e alla precoce presa di coscienza dell’ingiustizia e dei limiti della sua condizione. Un’epifania del passaggio all’età adulta, segnata dalle lacrime, ma senza rassegnazione o resa. Nel testo di Dagerman ogni parola ha una consistenza e un peso. E lo stesso accade per ogni segno, ogni onda e ogni ombra, per la luce bianca abbagliante e per i neri profondi nelle immagini di Reviati: disegni evocativi, struggenti e materici, che arricchiscono il racconto di nuovi strati di significato e ci trasportano nel mare aperto delle emozioni.

    Breve, di una linearità esemplare e di una densità sconvolgente. Questa volta il tema è l'utopia e non la colpa, come per lo più si riscontra negli scritti di Dagerman. È la ricerca (ossessiva nel lord, e che lo diventerà per il ragazzo che rema per lui) dell'acqua verde che da qualche parte deve pur esserci, che è impossibile non ci sia. La verde acqua dell'armonia, della solidarietà tra gli uomini e la natura tutta, della libertà condivisa, della concordia, della pace... Basta cercarla, mai smettere di cercarla, quest'acqua, come si ostina il lord a tentare e come certamente continuerà a fare il ragazzo che rema. Ed è commovente che il ragazzo sia contagiato dal lord; che sia il lord, poco più adulto di lui ma con i mezzi per farlo, a cercare e a cercare: un lord, che è anche a ben vedere un "nemico di classe" ma è più addestrato e più pronto per quest'impresa, che ha maggiori possibilità di affrontarla, ha più mezzi non solo economici. Non conta lo status sociale, conta la febbre, l'esigenza, la spinta alla ricerca; conta la stella dell'utopia.
    Essenziale, non esplicito, racconto adolescente e racconto filosofico, racconto "politico", questa edizione ha trovato in Davide Reviati un illustratore d'eccezione, non solo per la maturità del segno e la suggestione delle atmosfere, il rapporto tra personaggi e ambiente, volti e mani e acqua e nuvole, ma soprattutto per l'adesione dell'illustratore alla tensione dello scrittore: una condivisione morale, filosofica e politica che si direbbe totale. Non so se in Svezia o altrove esistono edizioni di opere di Dagerman illustrate, mi sembra però improbabile che possano essercene di comparabili, di una densità e misura, di una suggestione e di una compenetrazione altrettanto piene e altrettanto ispirate. Reviati vi appare, più che un illustratore, come un fratello a distanza dell'autore, in un incontro in cui non contano le impossibilità imposte dal tempo e dallo spazio, dall'età e dalla lingua. Si direbbe che Davide abbia saputo riconoscere in Stig il suo Lord, colui che lo porta e lo riporta sulla più importante strada che dovremmo percorrere, per terra e per mare: quella della ricerca dell'acqua più verde, più pura, nel "sogno di una cosa" che non può e non deve avere mai fine.

    Voto: 3,5/5.


    QUI ho raccolto un po' di citazioni:
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    CITAZIONE
    Io presi un bicchiere e lo vuotai dritto nella mia anima.

    Dalla postfazione di Goffredo Fofi.
    CITAZIONE
    [Parlando di Stig Dagerman] Alla sua rivolta, incompiuta perché tradita, molti giovani di oggi, almeno in Italia, amano richiamarsi – da lui diversi come la torbida acqua della realtà lo è, in Ho remato per un lord, dalla verde acqua dell'utopia. È bene non ascoltarli, e dire a chi si fa bello gridando in giro “sono un anarchico” quel che Berardinelli suggeriva di rispondere a chi un tempo diceva “sono un comunista”: “me lo dimostri!”. Una moda come tante, ma più ipocrita di tante.

    Dalla postfazione di Goffredo Fofi.
    CITAZIONE
    [Su Uccidere un bambino di Stig Dagerman] Era più che un racconto e più che un saggio, e mi fece pensare a una preghiera o a una bestemmia (che sono spesso la stessa cosa).


    Edited by Hartia. - 6/3/2023, 14:38
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    Strephon Kaplan-Williams - Il potere dei sogni
    Dreamwork (1990)

    Xenia Edizioni e Servizi, Milano, 2008,
    traduzione di Christina Kutulaki e Anna Lamberti-Bocconi,
    13x19,5 cm, 125 pp.,
    ISBN 9788872730607.


    Viaggiare nei sogni per risvegliarsi alla vita: perché l’io possa liberarsi dei conflitti e servire la Fonte da cui i sogni provengono.
    ► All’origine del viaggio: gli Archetipi
    ► L’io, l’Inconscio e la Fonte dei sogni
    ► I sette modelli base del lavoro sui sogni
    ► Sogni e guarigione: una via verso il Sé.

    A differenza di quel che un lettore che non conosce Kaplan-Williams e la sua filosofia si potrebbe aspettare circa il lavoro sui sogni, questo volume non aiuta a interpretare i sogni (né a fornire i numeri da giocare al lotto in base a quanto sognato, a tal scopo ci pensa già lo Stato a riempirsi le tasche a scapito dei cittadini) bensì ad attualizzarli. L'attualizzazione dei sogni è una pratica che permette di rivivere i sogni e assumere i loro contenuti nella vita di ogni giorno. Ciò per riassumere in poche parole la visione di Kaplan-Williams, e dei centri Jungian-Senoi che la praticano. Personalmente ero totalmente all'oscuro di tutto ciò ma rimasi colpito dal potenziale di evoluzione e crescita personale che uno studio con un approccio psico-filosofico sui propri sogni potesse apportare alla propria vita. Ben presto mi accorsi però che tale studio, in realtà, verteva verso un approccio mistico, onirico. Ed essendo io una persona profondamente scettica, più procedevo con la lettura e più perdevo l'interesse. Il libro, oltre a spiegare quali siano i poteri dei sogni, offre anche spiegazioni su come avviare un proprio percorso personale di studio, invitando persino ad affrontare alcuni compiti per addentrarsi nell'attuazione dei sogni. C'è del potenziale, lo ammetto, alcune teorie le ho trovate condivisibili, ma il tutto perde personalmente di credibilità giacché uno dei primi step consiste nel rientro nel sogno, e ciò avviene tramite "uno stato meditativo col quale si retrocede nel sogno, partendo dallo stato di veglia per rivivere il sogno più pienamente e dargli una soluzione", dandomi la sensazione che sia un gioco d'immaginazione olistico. Se sognare a occhi aperti fosse la soluzione ai propri problemi, sarei già l'uomo più completo e felice del mondo!

    Voto: 2/5.


    QUI ho raccolto un po' di citazioni:
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    CITAZIONE
    I sogni non sono al servizio dell'io, è l'io che deve servire i sogni e la fonte da cui hanno origine.

    CITAZIONE
    La coscienza è il risultato dell'esperienza e non può precederla.

    CITAZIONE
    Sogniamo per risvegliarci alla vita, perché la vita ci addormenta con il peso delle sue esigenze.

    CITAZIONE
    [...] il viaggio è non ciò che vi aspettate ma ciò che ottenete.

    CITAZIONE
    Liberate ciò che vi fa paura, non vi spaventerà più. Rinchiudete ciò che vi fa paura, vi terrorizzerà per sempre.

    CITAZIONE
    I sintomi fisici spesso simbolizzano altre dinamiche attive in noi stessi. Se riusciamo ad arrivare a esse, i nostri sintomi spariscono.

    CITAZIONE
    I missili nucleari sono stati costruiti da una coscienza mascolinizzata a dismisura che ha sempre considerato il potere e il dominio i modi giusti per proteggere le nazioni, anziché utilizzare i valori femminili della creatività della relazione per legarle insieme.

    CITAZIONE
    Notate che i sogni non danno risposte. I sogni sono domande che richiedono risposte, non risposte che danno sicurezza. Questo lavoro tocca a noi.

    CITAZIONE
    Pensare che la maniera migliore di gestire la vita sia quella di controllarla è un errore.

    CITAZIONE
    Gli atteggiamenti sono delle regole create da schemi inconsci che hanno reagito a eventi passati. Quando siamo feriti, assumiamo un atteggiamento per giustificare la nostra chiusura nei confronti della vita. Ma perché bisogna agire nel presente basandosi su come si è funzionato nel passato?

    CITAZIONE
    Le persone si identificano come americani, cattolici, negri e così via, ma cosa vuol dire tutto questo? Ciò che sentiamo e pensiamo come persone è determinato principalmente dalle nostre esperienze interiori e non da dove viviamo, in quale chiesa preghiamo o dal colore della nostra pelle. Le persone hanno problemi d'identità perché cercano di identificarsi con cose esterne che non soddisfano il bisogno di scoprirsi come persone dotate di individualità ed esperienze interiori.

    CITAZIONE
    Una religione è un sogno collettivo dal quale bisogna svegliarsi.

    CITAZIONE
    Se reprimiamo i problemi, i sentimenti, le emozioni nella vita esterna, questi appariranno nei sogni come avversari che ci insidiano. Ciò che cerchiamo di evitare nella vita esterna sarà riproposto dalla fonte dei sogni per essere affrontato a livello interiore.

    CITAZIONE
    Noi temiamo il possibile, non l'attuale. Abbiamo paura di ciò che potrebbe succedere, di fatti non ancora successi! [...] Le persone non allenate a lavorare su ciò che è ostile reagiscono alla paura con l'evitare tutto.

    CITAZIONE
    Resistere al male lo incoraggia ad avvicinarsi. Accogliendolo, si accetta la sua forza distruttiva nello schema della propria esistenza. Escludendolo, esso si prenderà tutto. Quello che più temiamo è quel che ancora deve arrivare. Includiamolo, e sarà soltanto una parte del tutto.

    CITAZIONE
    La consapevolezza, non la tecnologia, contraddistingue la maturità di una cultura.


    Edited by Hartia. - 9/2/2023, 22:48
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    Priya Basil - Elogio dell'ospitalità. Riflessioni sul cibo e sul significato della generosità
    Gastfreundschaft (2019)


    Il Saggiatore, Milano, 2020
    traduzione di Alessandra Castellazzi
    13,5x19 cm, 130 pp.
    ISBN 9788842826248

    [ LT | LU ]

    Riesci a immaginarti a una cena con il tuo fidanzato tedesco e tua madre indiana? Lei che cerca di rimpinzarlo, lui che cerca di rifiutare cortesemente e tu che cerchi di non scoppiare a ridere. E magari ti viene in mente quella volta in cui, da piccola, lei aveva preparato il suo piatto forte, il tuo piatto preferito – un kadhi di curry, coriandolo e peperoncino –, e tu ci sei rimasta male perché non potevi mangiartelo tutto tu e ti toccava condividerlo con gli ospiti. Oppure quella volta in cui hai tenuto banco al pranzo nel centro di accoglienza per migranti, riuscendo con l’aiuto di un manicaretto curdo a far dialogare culture lontanissime tra loro. Priya Basil ci racconta con ironia e schiettezza che cosa significa essere ospitali e come usare la condivisione del cibo per imparare a stare insieme, al di là di ogni differenza e diffidenza. Perché il cibo abita le nostre vite. Ci sfama, ci sostenta, ci appaga. E, se inatteso e bizzarro, può anche stupirci e spaesarci, proprio come chi non conosciamo: l’altro da noi, il forestiero che bussa alla nostra porta e ci chiede di entrare. Riusciamo a sorprenderci e insieme nutrirci dell’imprevisto? Può la comunione di un piatto diventare comunione di esistenze? Siamo capaci di offrire un posto accanto a noi allo straniero di cui non sappiamo nulla? In Elogio dell’ospitalità Priya Basil ci spinge a esprimere la nostra generosità, invitandoci a offrire e ricevere, condividere e accogliere senza riserve, per capire che solo nell’ospitalità incondizionata possiamo trovare il nostro senso di comunità. E vivere così in un mondo in cui ogni persona può sentirsi a casa, chiunque essa sia.

    Le prime pagine mi avevano lasciato ben sperare. I temi intavolati sembravano interessanti, vi erano citazioni e rimandi ad altri scritti di altri autori (e personalmente adoVo quando mi danno modo di espandere gli approfondimenti altrove) e, tutto sommato, le intrusioni personali erano ancora accettabili e, vuoi per via dell'infanzia particolare dell'autrice, persino interessanti. Ma ben presto la mia percezione sugli intenti di questo libro è mutata. Anzitutto è parso sempre più chiaro quanto non vi sia un filo conduttore; si passa da un argomento all'altro così come talvolta, parlando dal vivo, capita possa succedere quando si vogliono dire tante cose e semplicemente vengono rigurgitate una dopo l'altra senza amalgamarle, senza un ingrediente che funga da legante (dato che si parla di cucina!). In più, i temi che vengono proposti, sono sempre e solo analizzati dal punto di vista dell'autrice, quasi come fosse una biografia. Per di più, leggendo i pensieri di Priya e iniziandola a "conoscere", sempre più è andata aumentando l'antipatia nei suoi confronti; una donna fintamente altruista, egoisticamente generosa, perbenista per convenzione, consciamente sprecona, veicolata dalle imposizioni della società piuttosto che seguire un proprio ideale... "predica bene ma razzola male" mi sono detto, a un certo punto. Giudizio certamente avventato e non definitivo, d'altronde non la conosco affatto se non per queste 120 pagine, ma il sentore che ho avuto nei suoi confronti mi ha persino portato a domandarmi: è davvero la persona giusta per un saggio simile? Fatico a definirlo, per davvero, un saggio. Con il formarsi di questi pensieri, le aspettative che mi ero creato sono drasticamente crollate. Non mancano passaggi e frasi degne di nota, che mi sono prontamente segnato, però, in definitiva, resomi conto della incoerenza dell'autrice, che attualmente fatico a definire una persona ospitale come il titolo dell'opera lascerebbe intendere, il libro rimane una lettura sottotono. L'associazione del cibo rimane, a conti fatti, un appiglio troppo debole per sviluppare un libro simile. Non è una lettura sgradevole ma non è ciò che mi aspettavo dopo aver letto la quarta di copertina.

    Voto: 2/5.


    QUI ho raccolto un po' di citazioni:
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    CITAZIONE
    Iniziamo come ospiti, ognuno di noi. Creaturine vulnerabili bisognose di tutto, a lungo capaci di ricambiare solo con poco o nulla; eppure, di solito, ci insinuiamo in profondità nella vita di chi si prende cura di noi e ci insediamo stabilmente nei loro cuori.

    CITAZIONE
    Forse diventare adulti significa imparare a ospitare, più che a essere ospitati: accudire più di quanto, o almeno tanto quanto, siamo accuditi.

    CITAZIONE
    Ogni secolo e ogni paese hanno le loro storie di eccessi: il banchetto imperiale Manchu Han offerto da Kangxi, il quarto imperatore della dinastia Qing, dove furono servite 108 portate a più di 2500 ospiti. Le tavole regolarmente imbandite con centinaia di piatti per volere dell'imperatore Moghul Akbar. La festa con cinquanta portate per il matrimonio di Maria de' Medici ed Enrico IV, re di Francia, tenutasi a Firenze alla fine del XVII secolo. La notte del 1817 in cui il futuro Giorgio IV d'Inghilterra tenne una cena in onore della visita del granduca Nicola di Russia, dove furono serviti 127 piatti preparati da Marie-Antoine Carême, al tempo lo chef più celebre e costoso del mondo. Le diciotto tonnellate di cibo fatte arrivare in aereo a Persepoli nel 1971 per un festeggiamento di tre giorni, apparentemente «il più costoso di sempre», organizzato dallo scià d'Iran in occasione dei 2500 anni del paese. Eventi del genere suggeriscono che un'eccessiva ospitalità può essere una forma di ostilità: il pasto è un amichevole avvertimento dei mezzi e del potere di chi ospita.

    CITAZIONE
    Nel libro Late Victorian Holocausts, lo storico Mike Davis descrive come le oscillazioni atmosferiche estreme dell'ultimo quarto del XIX secolo causarono gravi siccità e monsoni in alcune aree del Sud del mondo, tra cui Cina, Brasile, Egitto e India. Davis dimostra che l'amministrazione coloniale sfruttò questi disastri naturali per scatenare ed esacerbare le carestie che causarono morti di massa, indebolendo le terre colpite e rafforzando così il controllo straniero.

    CITAZIONE
    Il libro di Davis mette a nudo l'imperialismo occidentale al massimo della sua programmatica inospitalità: la distruzione di una popolazione privata delle proprie scorte alimentari. Non trattavano i sudditi agonizzanti delle colonie come nemici o stranieri, ma come se non fossero umani. Nel 1902, tra i 12 e i 29 milioni di indiani morirono a causa delle politiche britanniche contro la carestia.

    CITAZIONE
    Cos'è una storia se non un richiamo a restare? [...] La storia e l'ascoltatore si aprono, si dispiegano l'uno nell'altro e si danno asilo.

    CITAZIONE
    Una ricetta è una storia che non può essere plagiata.

    CITAZIONE
    Le ricette sono la versione originaria dell'open source, mettono a disposizione dei mattoncini da modificare nel tempo, nello spazio e nelle stagioni per creare un'infinità di piatti.

    CITAZIONE
    Niente come il desiderio, qualunque sia il suo oggetto, ci aiuta a dimenticare i nostri scrupoli.

    CITAZIONE
    L'amore è la risorsa naturale per eccellenza, illimitata, che dona crescendo e cresce donando.

    CITAZIONE
    Il significato stesso della parola hospitality ha cambiato radicalmente significato in inglese. Ora è usata soprattutto come prefisso di industry e rappresenta un ampio settore commerciale, dagli hotel ai ristoranti, dalle spa ai parchi divertimenti. L'industria dell'ospitalità. Un ossimoro? Quando un'espressione che a lungo ha significato dare senza ricevere nulla in cambio diventa sinonimo di pagare per ottenere dei servizi che promettono di essere soddisfatti o rimborsati, cosa ci dice di noi?

    CITAZIONE
    La filosofia, in un certo senso, è la lunga storia di come sentirsi a casa in mezzo alle contraddizioni e alla complessità.
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    Di chi? Di chi? Di chi?

    Dopo 2 anni a me hanno rimborsato il biglietto di Alcest + Kælan Mikla che non si è tenuto a Parma causa pandemia! un mediocre contentino, perché temo non avrò più modo di rivedere le Kælan Mikla in Italia. :(
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    mary-shelley-metamorfosi
    Mary Shelley - Metamorfosi. Racconti gotici
    Transformation (1830)

    La Tartaruga Edizioni, Milano, 2006
    traduzione di Masolino D'Amico
    14,5x21 cm, 88 pp.
    ISBN 9788877384454

    [ aN | LU ]

    Consegnata all'eterna fama da Frankestein, la sua opera più famosa, Mary Shelley scrisse anche altri romanzi e una serie di racconti meno conosciuti. Assolutamente inediti, infatti, sono quelli tradotti in questo volume che prende il titolo dal primo, Metamorfosi. La scrittura si addentra nei territori del macabro, del sinistro, del soprannaturale: il risultato è un autentico capolavoro della letteratura gotica. Altri due racconti accompagnano Metamorfosi: Il mortale immortale e Il Malocchio completano questa piccola perla letteraria esaltando la maestri, la perfezione e la forza creativa già nota di Mary Shelley.

    Un trittico di brevi racconti gotici scritti da uno dei nomi più noti della letteratura nera, in una splendida traduzione di Masolino D'Amico che rende appieno la magnificenza di quest'opera. Proprio per via della loro brevità, si leggono molto facilmente e con spensieratezza. Forse risulterà più noioso e complicato seguire l'ultimo dei tre racconti, Il Malocchio, in quanto gremito di un'infinità di nomi e luoghi reconditi, laddove non oramai del tutto remoti. Rimane comunque una veloce e piacevole lettura, che potrà entusiasmare tanto più chi è già interessato al genere.

    Voto: 3/5.


    QUI ho raccolto un po' di citazioni:
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    CITAZIONE
    All'ingresso di lei la stanza si soffuse di una luce sacrale. Era un aspetto angelico, il suo - quegli occhi grandi e morbidi, quelle guance piene, con le fossette, e quella bocca di dolcezza infantile che esprimeva la rara unione di felicità e amore. Per prima cosa fui sopraffatto dallo stupore ammirato. È mia! Fu la seconda fiera emozione, e la bocca mi si curvò in una smorfia di altero trionfo.

    CITAZIONE
    Un cavallo spinto fino al parossismo da un cavaliere armato di speroni dentati non era più schiavo di me alla violenta tirannia del mio temperamento. Un demone possedeva la mia anima, irritandola fino alla follia. Sentivo dentro di me la voce della coscienza; ma se le cedevo per un breve intervallo, era solo per essere strappato via, un momento dopo, da una sorte di turbine - trasportato sulla corrente di un'ira disperata - trastullo delle tempeste suscitate dall'orgoglio.

    CITAZIONE
    Vagai lungo la sponda del mare, con un uragano di passioni che mi riempiva e lacerava l'anima.

    CITAZIONE
    Vendetta! - la parola mi sembrava un balsamo. L'abbracciai - l'accarezzai - finché, come un serpente, quella non mi addentò.

    CITAZIONE
    Oh, attesa, che cosa terribile sei, quando ti accende più la paura della speranza! Come ti attorci intorno al cuore, torturandone le pulsazioni! Come lanci fitte sconosciute per tutto il nostro debole meccanismo, e un momento è come se tu voglia farci tremare come vetro infranto fino a ridurci un nonnulla, un altro come se rinnovassi in noi delle forze tuttavia impotenti; e così ci tormenti con una sensazione simile a quella dell'uomo forte che non riesce a spezzare le sue catene per quanto queste si pieghino nella sua stretta.

    CITAZIONE
    Non tenterò di descrivere il sonno trionfante e beato che immerse la mia anima nel paradiso durante le rimanenti ore di quella notte memorabile. Le parole sarebbero deboli e superficiali campioni del mio godimento, o della letizia che si impossessò del mio petto quando mi svegliai. Camminavo per aria - i miei pensieri erano nel cielo. La terra sembrava cielo, e il mio destino su di essa prometteva di essere un'estasi di piacere.

    CITAZIONE
    [...] non passerà un anno ancora prima che, incontrando pericoli giganteschi - combattendo con le forze del gelo nella loro dimora - io consegni questo corpo, gabbia troppo tenace per un'anima assetata di libertà, agli elementi distruttivi dell'aria e dell'acqua - o, se sopravvivrò, il mio nome sarà registrato come uno dei più famosi tra i figli degli uomini; e, compiuto il mio compito, adotterò un mezzo più risoluto, e, sparpagliando e annientando gli atomi che compongono il mio corpo, darò la libertà alla vita colà imprigionata, e così crudelmente impedita di innalzarsi da questa scura terra a una sfera più congeniale alla sua essenza immortale.

    CITAZIONE
    L'infelicità è una visitatrice meglio accolta quando viene nella sua forma più scura e ci avvolge in un nero perpetuo, poiché allora il cuore non soffre più di speranza delusa.
  8. .
    CITAZIONE (Greyskull @ 6/4/2022, 19:50) 
    Baffi a manubrio e occhiali spessi da hipster o cappello e cavallo?

    Non scherzare nemmeno per scherzo! Non può che essere un baffo arricciato, con orecchini da pirata e camicia sbottonata! E ora ho persino aggiunto una treccia al pizzetto!
    Jack-Sparrow-jack-sparrow-pirate-caribbean-smiley-emoticon-001049-facebook
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    Nel mio caso ci sono davvero! lord
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    Aggiornamento:

    FUMETTI

    Adam Wild n. 1 [Sergio Bonelli Editore] 1,65 € Nuovo, mai letto.
    Adam Wild n. 2 [Sergio Bonelli Editore] 1,65 € Nuovo, mai letto.
    Green Valley n. 1 [Saldapress] 1,00 € Nuovo, mai letto
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    https://upload.forumfree.net/i/bf1245621/letture/gino-cervi-la-fabbrica-della-nebbia.jpg
    Gino Cervi - La fabbrica della nebbia. Piccolo viaggio sentimentale dentro quel che cancella e svela

    Ediciclo Editore, Portogruaro, 2021
    11x16 cm, 91 pp.
    ISBN 9788865493366

    [ aN | LU ]

    La collana «Piccola filosofia di viaggio» invita Gino Cervi, giornalista, scrittore e, in particolare, "meccanico di libri", a indagare intorno a quel che di materiale e di immateriale si nasconde e, proprio nel nascondersi, si rivela dentro la nebbia, una delle più potenti macchine letterarie per immaginare e, forse, interpretare il mondo.

    Consigliatami da un'amica come una collana filosofica, in realtà ho trovato tra le mani un prodotto assai distante da quel che mi immaginavo potesse essere. Non un trattato filosofico o un'analisi saggistica bensì una, anzi tante, definizioni personali di tale Gino Cervi - che non conoscevo -, ben farcite da esperienze personali, ricordi e racconti di vita propria in chiave autobiografica. Tendenzialmente il primo pensiero che potrebbe passarvi ora nell'anticamera del cervello sarebbe: "che mi frega di leggere le memorie di una persona che nemmeno conosco?". Vero, potrei persino parzialmente concordare. Eppure Gino Cervi - no, non l'attore bolognese - ha dalla sua la padronanza della lingua, delle parole, del lessico. Sa scrivere, e bene. Affronta vari argomenti, molti dei quali non rientrano nemmeno tra i miei interessi (il ciclismo, il calcio), ma è così abile a destreggiarsi col lessico da incuriosire il lettore qualsiasi cosa dica, qualsiasi tema tratti. E, ovviamente, in tutto ciò riesce a mantenere la nebbia la protagonista principale delle sue elucubrazioni. Vi è persino una curata ricerca a citazioni, talvolta utilizzate come punto di partenza sulle quali avviare nuovi pensieri e ragionamenti. E proprio qui giungiamo in un errore grossolano commesso dall'edizione: nessun riferimento alle fonti dalle quali provengono le citazioni, nessuna nota, nessun rimando; è pertanto impossibile potere curiosare e approfondire. Si ascolta (o meglio, si legge). Ed è piacevole. Ma non si è veicolati, non reindirizzati. Questo è il tratto nebbioso di questo volume sulla nebbia.

    Voto: 2,5/5.



    QUI ho raccolto un po' di citazioni:
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    Jean-Philippe Faure, Céline Girardet - Empatia. Al cuore della comunicazione nonviolenta

    Editrice Aam Terra Nuova, Firenze, 2017
    traduzione di Laura Tenorini
    15x21 cm, 195 pp.
    ISBN 978-88-6681-182-4

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    Essere empatici significa saper ascoltare in modo globale e profondo. Significa essere presenti e offrire un'attenzione benevola ai bisogni dell'interlocutore. Significa mettere da parte il proprio ego affinché non abbia il sopravvento nella comunicazione e quindi nella relazione. Elementi che, tutti insieme, permettono una connessione profonda con l'altro e le sue sofferenze, evitando di identificarsi con esse. Jean-Philippe Faure e Céline Girardet ci invitano a una vera e propria rivoluzione concettuale: praticare l'empatia nella vita di tutti i giorni per migliorare la nostra esistenza e quella di coloro che sono intorno a noi. Attraverso testimonianze, esempi pratici ed esercizi, il libro ci aiuta a comprendere meglio che cos'è l'empatia, come impiegarla nel quotidiano e come metterla al servizio di una comunicazione autentica. Un testo rivolto a tutti perché l'ascolto consapevole che è al cuore della Comunicazione nonviolenta è un ingrediente prezioso per portare pace e felicità nella vita di tutti noi.

    Ho approcciato questo volume senza conoscere nulla di tale metodo empatico; ignorantemente pensavo che avrei potuto esercitare il mio modo di affrontare un dialogo con una persona che mi rivela le proprie insicurezze e le proprie problematiche, riuscendo a essere più empatico nei suoi confronti, appunto. Pensavo inoltre che la comunicazione nonviolenta potesse aiutarmi in tutte quelle situazioni nelle quali l'ira la fa da padrona e mi porta irruentemente a pronunciare frasi delle quali, a mente un po' più lucida, finisco inevitabilmente a pentirmi di essermele lasciate sfuggire di bocca. Insomma ho affrontato l'acquisto di questo titolo nella più totale ignoranza! :D E sebbene la prima ipotesi, tutto sommato, non si sia rivelata così tanto errata, dopo aver letto questo libro la domanda che mi sorge spontanea è: ma a cosa serve questo tomo?! Ok, mi ha spiegato più concretamente cos'è l'empatia e la CNV, ma questo avrebbe potuto spiegarmelo molto più velocemente un qualsiasi sito on-line, se solo avessi voluto colmare questa lacuna. La pecca più grossa di questo volume letterario, secondo me, è che, a detta stessa degli autori, vuole rimanere una marginale trattazione del libro "padre" della CNV scritto da Marshall Rosenberg, spesso citato e al quale si viene rimandati. Ma la trattazione è davvero marginale e superficiale, non vi è un vero e proprio coinvolgimento, non viene esposta la filosofia che risiede dietro a questo metodo, vi sono solo dei gran esempi di testimonianze. E sarà che tale pratica non mi ha convinto per nulla, trovandola anzi piuttosto fredda e irritante per il ricevente, ma davvero non sono riusciti a coinvolgermi. E nemmeno sento l'esigenza di approfondire Rosenberg dopo questo tentativo. Ahiloro, progetto bocciato!

    Voto: 1,5/5.

    QUI ho raccolto un po' di citazioni:
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    Simpatico librettino ("ino" per il formato, che non mi aspettavo così piccolo, perché poi, invece, le pagine sono abbondanti in numero) che raccoglie le divertenti gag di una dogsitter e, in generale, della vita quotidiana condivisa con gli amici pelosi! Primo volume di quella che, a oggi, è diventata una serie di tre volumi grazie al successo ottenuto da Virginia Salucci, che sin da tenera età è cresciuta in una commistione di passioni che comprendevano l'essere attorniata dai fumetti e da compagni quadrupedi. Chi già vive con un cane troverà scene che oramai dà per scontate e abitudinali, qui messe "a nudo" da una mente che comprende il linguaggio canino, dal punto di vista cinofilo; chi invece ancora non è stato inondato dall'amore di un cane, questa è l'occasione per scoprire cosa si sta perdendo! :P

    Voto: 3/5.

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    GUIDA GALATTICA PER DOGSITTER

    Virginia Salucci (storia, disegni)
    208 pp., ManFont, apr. 2018
    12,5x16,5 cm, b/n, 14,00 €
    brossurato con alette
    ISBN 9788899587543


    "La passione per i cani e quella per i fumetti sono sempre andate a braccetto... fin da piccola, quando dovevo strappare i miei numeri di Rat-Man dalle grinfie dei miei animali! Perché non unire questi due strani mondi una volta per tutte?" Nasce così Guida galattica per Dogsitter, piccole pillole di vita per SOPRAVVIVERE ai cani!
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    6000 ROKUSEN - GLI ABISSI DELLA FOLLIA vol. 4
    (6000―ロクセン― 4) (6000 4)

    Nokuto Koike (storia, disegni), Manuela Capriati (traduzione)
    208 pp., Planet Manga, mag. 2014
    13x18 cm, b/n, 6,50
    brossurato, sovracoperta con alette
    ISBN 9788891254771


    L'impianto sottomarino Cofdeece è stato costruito sul fondo del Mare delle Filippine. Questa enorme struttura a 6000 metri di profondità nell'oceano è stata chiusa in seguito a un misterioso incidente, ed è rimasta a lungo abbandonata negli abissi marini. Dopo tre anni, Kengo Kadokura insieme a un gruppo di tecnici e scienziati scendono nelle profondità per valutare la possibilità di rimessa in funzione del complesso, ma ben presto si verificano inspiegabili eventi. Alcuni uomini dello staff vengono posseduti da qualcosa, mentre la struttura, a causa di un guasto, rischia di essere schiacciata dalla pressione dell'acqua. Nel delirio della situazione, Kengo e gli altri scoprono che l'ascensore che porta in superficie è stato scollegato e che la loro fine, intrappolati a 6000 metri di profondità, sta per giungere. Intanto un crudele ed efferato dio degli abissi riemerge dal passato...


    Un ultimo volume un po' affrettato, risulta evidente la corsa a dovere velocizzare il ritmo per giungere alla chiusura della storia. Diciamo che almeno un paio di volumi in più avrebbero permesso una gestione un po' più accurata e raffinata delle vicende. Si sarebbe persino potuta aumentare la suspance! Tutto sommato rimane un'opera ad alto potenziale (anche per un sequel!), che riesce a trasmettere la claustrofobia e l'ansia generata sia dal trovarsi a 6000 metri di profondità sia dagli strani avvenimenti che si susseguono. Anche i disegni sono degni di nota, tanto che voglio recuperare altre opere di Koike. Peccato sia così poco conosciuto, almeno in Italia.

    Voto: 4/5.

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