Votes taken by Hartia

  1. .
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    Emmanuel Carrère - I baffi
    La Moustache (1986)

    Adelphi Edizioni, Milano, 2020,
    traduzione di Maurizia Balmelli
    14x22 cm, 149 pp.,
    ISBN 9788845934599.


    È quasi un capriccio, uno scherzo, quello di tagliarsi i baffi, da parte del protagonista di questo inquietante romanzo. Ma ci sono scherzi (Milan Kundera insegna) che possono avere conseguenze anche molto gravi. Il nostro non più baffuto eroe si troverà infatti proiettato di colpo – lui che voleva solo fare una sorpresa alla moglie – in un universo da incubo: perché tutti quelli che lo conoscono da anni, e la moglie per prima, affermano di non averli mai visti, quei baffi, e che dunque nella sua faccia niente è cambiato. Il mondo comincia allora ad apparirgli «fuor di squadra», e il confine tra la realtà e la sua immaginazione sempre più sfumato. Delle due l’una: o è pazzo, o è vittima di un mostruoso complotto, ordito dalla moglie con la complicità di amici e colleghi, per convincerlo che è pazzo. Non gli resta che fuggire, il più lontano possibile. Ma servirà? O non è altro, la fuga stessa, che il punto di non ritorno? Per nessun lettore sarà facile ripensare a questo libro – in cui ritroviamo le atmosfere visionarie e paranoiche di quel Philip K. Dick sul quale Emmanuel Carrère ha scritto con illuminante finezza – senza un brivido di turbamento.

    Si parte: il lettore viene immerso nei meandri della mente di un personaggio, senza nome, al quale, sembrerebbe, la moglie giocherellona sta facendogli uno scherzo, convincendolo che non s'è accorta del taglio drastico dei baffi del marito perché... non ha mai avuto i baffi! Deve trattarsi per forza di questo, di una burla. I pensieri del protagonista ci convincono che la moglie è capace di inscenare scherzi ben elaborati coinvolgendo anche gli amici a reggere il gioco. Però il gioco è bello finché dura poco e ora inizia a diventare pesante. Ma si tratta davvero di un gioco? Il dubbio arriva, vorace, e distrugge tutto: il rapporto con la moglie, le amicizie, il lavoro, la famiglia... Carrère è abile nel descrivere il tormento di un protagonista incapace di capire sé stesso, o che forse si scopre ora per la prima volta preda di un'enorme menzogna, alla ricerca di uno straccio di prova, che possa preferibilmente dargli ragione, ma in fondo si accontenterebbe anche di una prova a sfavore, purché sia un prova che porti a una qualche spiegazione. Ed è drammatico vivere insieme al protagonista questo sconforto, senza più alcun punto di riferimento fisico o mentale al quale potersi aggrappare. Il rischio d'impazzire è alto. Ma nessuno è pazzo. Tutti sono pazzi. E allora non rimane che scappare, lontano, ricominciare; trovare conforto in gesti abitudinali, ripetitivi. Dimenticare. Ma chi siamo davvero di fronte a quello specchio? La domanda rimane. Il dubbio rimane... in un finale che è auto-affermazione di sé stessi e negazione al contempo. E io? Io, lettore, sono davvero sicuro di chi sono?

    Voto: 4,5/5.


    QUI ho raccolto un po' di citazioni:
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  2. .
    CITAZIONE (JoKy89 @ 20/3/2023, 15:50) 
    Siamo rimasti che glielo richiedo a capodanno, vediamo se cambia qualcosa.

    Prima, però, riempila di alcol! :drunk:
  3. .
    stig-dagerman-ho-remato-per-un-lord
    Stig Dagerman, Davide Reviati - Ho remato per un lord
    Lorden som jag rodde (1946)

    Coconino Press Fandango, Roma, 2021,
    traduzione di Gino Tozzetti, illustrazioni di Davide Reviati, postfazione di Goffredo Fofi,
    25x17,5 cm, 125 pp.,
    ISBN 9788876185724.


    Uno dei più importanti autori del fumetto italiano e internazionale si confronta con un grande scrittore del Novecento. Davide Reviati affonda lo sguardo e il segno nelle atmosfere di Stig Dagerman, accompagnando la sua prosa asciutta e dolente con un racconto per immagini che ne moltiplica, ne amplifica e ne esalta le sfumature. Ho remato per un lord narra con lingua piana e dolorosa chiarezza la fine dell’infanzia di un ragazzino, un piccolo barcaiolo svedese, messo di fronte al tradimento dei suoi sogni e alla precoce presa di coscienza dell’ingiustizia e dei limiti della sua condizione. Un’epifania del passaggio all’età adulta, segnata dalle lacrime, ma senza rassegnazione o resa. Nel testo di Dagerman ogni parola ha una consistenza e un peso. E lo stesso accade per ogni segno, ogni onda e ogni ombra, per la luce bianca abbagliante e per i neri profondi nelle immagini di Reviati: disegni evocativi, struggenti e materici, che arricchiscono il racconto di nuovi strati di significato e ci trasportano nel mare aperto delle emozioni.

    Breve, di una linearità esemplare e di una densità sconvolgente. Questa volta il tema è l'utopia e non la colpa, come per lo più si riscontra negli scritti di Dagerman. È la ricerca (ossessiva nel lord, e che lo diventerà per il ragazzo che rema per lui) dell'acqua verde che da qualche parte deve pur esserci, che è impossibile non ci sia. La verde acqua dell'armonia, della solidarietà tra gli uomini e la natura tutta, della libertà condivisa, della concordia, della pace... Basta cercarla, mai smettere di cercarla, quest'acqua, come si ostina il lord a tentare e come certamente continuerà a fare il ragazzo che rema. Ed è commovente che il ragazzo sia contagiato dal lord; che sia il lord, poco più adulto di lui ma con i mezzi per farlo, a cercare e a cercare: un lord, che è anche a ben vedere un "nemico di classe" ma è più addestrato e più pronto per quest'impresa, che ha maggiori possibilità di affrontarla, ha più mezzi non solo economici. Non conta lo status sociale, conta la febbre, l'esigenza, la spinta alla ricerca; conta la stella dell'utopia.
    Essenziale, non esplicito, racconto adolescente e racconto filosofico, racconto "politico", questa edizione ha trovato in Davide Reviati un illustratore d'eccezione, non solo per la maturità del segno e la suggestione delle atmosfere, il rapporto tra personaggi e ambiente, volti e mani e acqua e nuvole, ma soprattutto per l'adesione dell'illustratore alla tensione dello scrittore: una condivisione morale, filosofica e politica che si direbbe totale. Non so se in Svezia o altrove esistono edizioni di opere di Dagerman illustrate, mi sembra però improbabile che possano essercene di comparabili, di una densità e misura, di una suggestione e di una compenetrazione altrettanto piene e altrettanto ispirate. Reviati vi appare, più che un illustratore, come un fratello a distanza dell'autore, in un incontro in cui non contano le impossibilità imposte dal tempo e dallo spazio, dall'età e dalla lingua. Si direbbe che Davide abbia saputo riconoscere in Stig il suo Lord, colui che lo porta e lo riporta sulla più importante strada che dovremmo percorrere, per terra e per mare: quella della ricerca dell'acqua più verde, più pura, nel "sogno di una cosa" che non può e non deve avere mai fine.

    Voto: 3,5/5.


    QUI ho raccolto un po' di citazioni:
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    CITAZIONE
    Io presi un bicchiere e lo vuotai dritto nella mia anima.

    Dalla postfazione di Goffredo Fofi.
    CITAZIONE
    [Parlando di Stig Dagerman] Alla sua rivolta, incompiuta perché tradita, molti giovani di oggi, almeno in Italia, amano richiamarsi – da lui diversi come la torbida acqua della realtà lo è, in Ho remato per un lord, dalla verde acqua dell'utopia. È bene non ascoltarli, e dire a chi si fa bello gridando in giro “sono un anarchico” quel che Berardinelli suggeriva di rispondere a chi un tempo diceva “sono un comunista”: “me lo dimostri!”. Una moda come tante, ma più ipocrita di tante.

    Dalla postfazione di Goffredo Fofi.
    CITAZIONE
    [Su Uccidere un bambino di Stig Dagerman] Era più che un racconto e più che un saggio, e mi fece pensare a una preghiera o a una bestemmia (che sono spesso la stessa cosa).


    Edited by Hartia. - 6/3/2023, 14:38
  4. .
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    Jean-Philippe Faure, Céline Girardet - Empatia. Al cuore della comunicazione nonviolenta

    Editrice Aam Terra Nuova, Firenze, 2017
    traduzione di Laura Tenorini
    15x21 cm, 195 pp.
    ISBN 978-88-6681-182-4

    [ aN | LU ]

    Essere empatici significa saper ascoltare in modo globale e profondo. Significa essere presenti e offrire un'attenzione benevola ai bisogni dell'interlocutore. Significa mettere da parte il proprio ego affinché non abbia il sopravvento nella comunicazione e quindi nella relazione. Elementi che, tutti insieme, permettono una connessione profonda con l'altro e le sue sofferenze, evitando di identificarsi con esse. Jean-Philippe Faure e Céline Girardet ci invitano a una vera e propria rivoluzione concettuale: praticare l'empatia nella vita di tutti i giorni per migliorare la nostra esistenza e quella di coloro che sono intorno a noi. Attraverso testimonianze, esempi pratici ed esercizi, il libro ci aiuta a comprendere meglio che cos'è l'empatia, come impiegarla nel quotidiano e come metterla al servizio di una comunicazione autentica. Un testo rivolto a tutti perché l'ascolto consapevole che è al cuore della Comunicazione nonviolenta è un ingrediente prezioso per portare pace e felicità nella vita di tutti noi.

    Ho approcciato questo volume senza conoscere nulla di tale metodo empatico; ignorantemente pensavo che avrei potuto esercitare il mio modo di affrontare un dialogo con una persona che mi rivela le proprie insicurezze e le proprie problematiche, riuscendo a essere più empatico nei suoi confronti, appunto. Pensavo inoltre che la comunicazione nonviolenta potesse aiutarmi in tutte quelle situazioni nelle quali l'ira la fa da padrona e mi porta irruentemente a pronunciare frasi delle quali, a mente un po' più lucida, finisco inevitabilmente a pentirmi di essermele lasciate sfuggire di bocca. Insomma ho affrontato l'acquisto di questo titolo nella più totale ignoranza! :D E sebbene la prima ipotesi, tutto sommato, non si sia rivelata così tanto errata, dopo aver letto questo libro la domanda che mi sorge spontanea è: ma a cosa serve questo tomo?! Ok, mi ha spiegato più concretamente cos'è l'empatia e la CNV, ma questo avrebbe potuto spiegarmelo molto più velocemente un qualsiasi sito on-line, se solo avessi voluto colmare questa lacuna. La pecca più grossa di questo volume letterario, secondo me, è che, a detta stessa degli autori, vuole rimanere una marginale trattazione del libro "padre" della CNV scritto da Marshall Rosenberg, spesso citato e al quale si viene rimandati. Ma la trattazione è davvero marginale e superficiale, non vi è un vero e proprio coinvolgimento, non viene esposta la filosofia che risiede dietro a questo metodo, vi sono solo dei gran esempi di testimonianze. E sarà che tale pratica non mi ha convinto per nulla, trovandola anzi piuttosto fredda e irritante per il ricevente, ma davvero non sono riusciti a coinvolgermi. E nemmeno sento l'esigenza di approfondire Rosenberg dopo questo tentativo. Ahiloro, progetto bocciato!

    Voto: 1,5/5.

    QUI ho raccolto un po' di citazioni:
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  5. .
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    6000 ROKUSEN - GLI ABISSI DELLA FOLLIA vol. 4
    (6000―ロクセン― 4) (6000 4)

    Nokuto Koike (storia, disegni), Manuela Capriati (traduzione)
    208 pp., Planet Manga, mag. 2014
    13x18 cm, b/n, 6,50
    brossurato, sovracoperta con alette
    ISBN 9788891254771


    L'impianto sottomarino Cofdeece è stato costruito sul fondo del Mare delle Filippine. Questa enorme struttura a 6000 metri di profondità nell'oceano è stata chiusa in seguito a un misterioso incidente, ed è rimasta a lungo abbandonata negli abissi marini. Dopo tre anni, Kengo Kadokura insieme a un gruppo di tecnici e scienziati scendono nelle profondità per valutare la possibilità di rimessa in funzione del complesso, ma ben presto si verificano inspiegabili eventi. Alcuni uomini dello staff vengono posseduti da qualcosa, mentre la struttura, a causa di un guasto, rischia di essere schiacciata dalla pressione dell'acqua. Nel delirio della situazione, Kengo e gli altri scoprono che l'ascensore che porta in superficie è stato scollegato e che la loro fine, intrappolati a 6000 metri di profondità, sta per giungere. Intanto un crudele ed efferato dio degli abissi riemerge dal passato...


    Un ultimo volume un po' affrettato, risulta evidente la corsa a dovere velocizzare il ritmo per giungere alla chiusura della storia. Diciamo che almeno un paio di volumi in più avrebbero permesso una gestione un po' più accurata e raffinata delle vicende. Si sarebbe persino potuta aumentare la suspance! Tutto sommato rimane un'opera ad alto potenziale (anche per un sequel!), che riesce a trasmettere la claustrofobia e l'ansia generata sia dal trovarsi a 6000 metri di profondità sia dagli strani avvenimenti che si susseguono. Anche i disegni sono degni di nota, tanto che voglio recuperare altre opere di Koike. Peccato sia così poco conosciuto, almeno in Italia.

    Voto: 4/5.

  6. .
    CITAZIONE (Black Lion @ 5/9/2020, 22:04) 
    è tardi, è tardi! ma siamo ancora in tempo per fare gli auguri a Hartia.! :brindisi: :evvai:

    Grazie! :brindisi:
    Proprio quest'oggi mi trovo a Nizza, mi sono messo alla ricerca di Le retour à la terre - Integrale di Larcenet e Ferri... incredibile che si trovi in italiano e non in francese! Mi sono girato ormai una decina di librerie e non c'è verso di recuperarlo. :muro:
  7. .
    :D Grazie!
    Sì, mi sono smarrito per qualche annetto, mentalmente e virtualmente!
  8. .
    CITAZIONE (Greyskull @ 31/12/2017, 08:58) 
    pensavo di scrivere un lungo messaggio di auguri, ma mi sono soffiato il naso e mi sono chiesto: in quanti di voi si guardano il moccolo nel fazzoletto prima di metterlo in tasca?

    Non capita frequentemente che io mi soffi il naso, se sento che sta per scendere qualcosa preferisco ritirarla in casa, e al più inghiottirla. Ma ammetto che nelle occasioni nelle quali usufruisco di un fazzoletto mi capita spesso di ammirare il prodotto espulso e, a seconda della viscosità, talvolta chiudo il fazzoletto e spremo ben bene il muco, anche se ciò comporterà almeno un paio di lavaggi in lavatrice con lo smacchiatore per fare sì che non rimanga l'alone sulla stoffa (perché non uso fazzoletti di carta).
  9. .
    Eh sì, so bene che la costa riminese non meriterebbe nemmeno d'essere chiamata tale, sono il primo ad affermarlo, e difatti mi stupisco di come possa attrarre così tanti visitatori. È chiaro che i più giovani siano attratti da altro piuttosto che dal mare, e anche questo è un discorso che non ho mai appoggiato, ma, tornando a chi sceglie Rimini per il mare: non so, forse una controllatina dall'oculista gliela consiglierei!

    In generale non amo il caldo e il sole, né l'acqua salata. Dunque sì, in percentuale i luoghi che visito sono un 80% destinazioni prive di affaccio sul mare. Trovo il mare un limite, una chiusura rispetto alla vastità percorribile delle montagne, quest'ultimo eletto a mio luogo prediletto.
    Piuttosto preferisco il lago o ancora meglio il fiume al mare, ma mi stufo facilmente. Anche perché non riesco a fermarmi, devo sempre essere in movimento e tenermi occupato con qualcosa: in montagna riesco a trovare un'infinità di passatempi, al mare no.

    Discorso diverso, invece, per le isole: l'essere scollegato dal resto del mondo, sudarsi la giornata (da non confondersi con il sudarsi la sopravvivenza cui costringe la società civilizzata), la comunità sociale... sono esperienze che mi piacciono vivere pertanto quando ne ho l'opportunità mi ci sposto per qualche periodo. Appena un paio di mesi fa sono stato a Inis Mór, in Irlanda. Purtroppo non sono riuscito a fermarmi più di un giorno perché mi trovavo in zona per un festival, non propriamente in vacanza. Ma sto progettando per fermarmi un po' a Sark e alle Lofoten.
  10. .
    CITAZIONE (Zàrathustra @ 22/12/2017, 09:04) 
    :lol:
    Esiste anche l'entroterra, mica solo la costa :P

    Abitando a Rimini, ne ho la nausea di coste! Quando mi muovo è unicamente per visitare l'entroterra. Mai visitata, infatti, una costa toscana.

    Infine dove vi siete rifugiati? A casa dai parenti?! :santa:
  11. .
    CITAZIONE (Greyskull @ 4/2/2017, 11:46)
    sto per mettere in vendita dei fumetti su ebay.
    mi consigliate altri canali?

    Io uso eBay e ComproVendoLibri. Vendo abbastanza bene su entrambi. E Amazon Marketplace per i volumi nuovi. Un po' brigosa la compilazione degli annunci ma, tant'è, non c'è rimedio.
    Se invece preferisci regalare qualche volume, io uso BookMooch: a ogni libro che regali sul portale, puoi chiederne un altro scelto dalla lista completa del portale stesso. Una sorta di scambio ma non diretto. Mi sono accaparrato un centinaio di titoli in questo modo.

    CITAZIONE (Old Man Prophet @ 8/2/2017, 22:48) 
    Io ragazzacci continuo ad essere super cotto con questo lavoro da postino :wacko:

    È diventato così pesante? :o: Io lo feci nel 2011 e sebbene la mia zona fosse a 20 minuti dall'ubicazione del centro di smistamento da cui partivo, era una pacchia! Penso sia il lavoro migliore che abbia mai intrapreso. Certo il primo mesetto era stato pesante anche per me non conoscendo le vie della zona di lavoro ma, passato questo periodo, avrei messo la firma per lavorarci a vita, se solo non avessi avuto un dannato contratto stagionale. :(
    E poi lanciare le Pagine Bianche dalla macchina come negli Stati Uniti si lanciano i quotidiani dalla bicicletta non ha prezzo! :gun:
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    Ventisette. :batman:
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