Posts written by Superior Tuatara

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    Con Manfredi non c'è questo pericolo. E' un autore di una modernità superiore anche a Boselli.

    Sarà una serie a stagioni. Ventiquattro numeri sono già sicuri. Se le vendite della prima stagione andranno bene faranno la terza e poi in caso la quarta e così via. Questo consentirà di avere un finale preciso e soddisfacente, comunque vada. Inoltre penso che la programmazione a stagioni garantirà archi narrativi lunghi e avventure di ampio respiro.
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    ADAM WILD è un esploratore scozzese, membro della Royal Geographical Society di Londra. Gode di una notevole popolarità, ma le sue spedizioni non sono adeguatamente finanziate, perché è troppo ribelle, e renitente a redigere rapporti.

    Adam è un uomo d'azione. Detesta i salotti di Londra e gli studiosi a tavolino di cui è pieno il suo ambiente. Preferisce rischiare la vita in imprese spericolate che mettono a dura prova le sue indubbie capacità.

    È anche (e soprattutto) un difensore delle popolazioni indigene dai negrieri e dalle molte nuove minacce cui la "civilizzazione" dell'Africa li espone: guerre tribali provocate ad arte, sfruttamento delle miniere d'oro e di diamanti da parte delle grosse compagnie occidentali, stravolgimento dei secolari costumi di vita degli indigeni.

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    Il creatore di Adam Wild
    Breve biografia di Gianfranco Manfredi


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    GIANFRANCO MANFREDI è nato a Senigallia (Ancona) e vive a Milano, dove si è laureato in Storia della Filosofia. Ha pubblicato un saggio su "L’amore e gli amori in J. J. Rousseau" (Mazzotta, 1978) e ha esordito nella narrativa con "Magia rossa" (Feltrinelli, 1983/ nuova edizione 2007, Gargoyle Books), cui hanno fatto seguito, sempre per Feltrinelli, i romanzi "Cromantica" (1985), "Ultimi vampiri" (1987) e "Trainspotter" (1989); per Mondadori: "Il peggio deve venire" (1991); per Anabasi: "La fuga del cavallo morto" (1993); per Marco Tropea Editore: “Una fortuna d’annata” (2000), “Il Piccolo Diavolo Nero” (2001), “Nelle tenebre mi apparve Gesù” (2005); per Gargoyle Books: “Ho freddo” (2008) e “Tecniche di resurrezione” (2010); per Mondadori: “La Freccia verde” (2013).

    Personaggio multimediale per eccellenza, Gianfranco Manfredi (che vediamo, in questa pagina, in un ritratto firmato dal celebre attore di prosa Arnoldo Foà) è anche autore di più di trecento canzoni, di numerose sceneggiature cinematografiche e televisive, di saggi di critica musicale. Il suo debutto nel campo del fumetto è avvenuto con la creazione, per la Dardo, di "Gordon Link", uno scanzonato cacciatore di fantasmi (1991). Dal 1994, Manfredi collabora con Sergio Bonelli Editore, scrivendo numerose sceneggiature per Dylan Dog e per Nick Raider. Nel 1997, firma la serie di ambientazione western Magico Vento, in cui si mescolano elementi horror e magici. Nel 2005 fa il suo esordio come sceneggiatore di Tex, sceneggiando la storia “La pista degli agguati”, pubblicata sul Maxi Tex di quell’anno. Nel 2007 è la volta di un nuovo progetto per la nostra Casa editrice: Volto Nascosto, un avvincente romanzo a fumetti in quattordici albi. Del 2010 è il seguito di Volto Nascosto, Shanghai Devil, nuova mini-serie in diciotto uscite. Nell'ottobre del 2014 arriva in edicola il primo numero del suo nuovo personaggio: Adam Wild.

    Vol.1 - Gli schiavi di Zanzibar
    Uscito il 4/10/14

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    Soggetto: Gianfranco Manfredi
    Sceneggiatura: Gianfranco Manfredi
    Disegni: Alessandro Nespolino
    Copertina: Darko Perovic

    A Zanzibar la tratta degli schiavi è stata ufficialmente abolita, ma il traffico di esseri umani continua clandestinamente. Adam Wild è lì per eliminarlo. In molti congiurano per ucciderlo. Congiurare è un conto, riuscirci è un altro. Non è saggio fare arrabbiare Adam!

    Letto il primo numero.

    Adam Wild è esattamente come era stato promesso e come speravo che fosse. Forse per l'ambientazione ma soprattutto per il personaggio guascone e dai modi spicci, vi ho ritrovato subito un po' di Dago, il che è già tantissimo. In più, oltre alla conoscenza dei comprimari (la principessa, il conte, il colosso nero, il ragazzo ex-schiavo, ecc...), si prospetta Il Viaggio e quindi la scoperta, l'avventura e una storia in continuo divenire :B):

    <e se va a finire male?>
    <non è possibile che diamine! Siamo appena all'inizio!>


    Battuta da metalinguaggio fumettistico :D

    Prossimo numero:

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    Lucca Comics 2014: Enrique Breccia per Adam Wild!

    CITAZIONE
    Continuiamo a svelarvi in anteprima le copertine che vestiranno le edizioni speciali degli albi in vendita presso il nostro stand lucchese. È il momento di mostrarvi quella del numero 1 di Adam Wild!

    Come ormai saprete, dal 30 ottobre al 2 novembre prossimi, la nostra Casa editrice parteciperà all'annuale kermesse lucchese in grande stile, con un proprio padiglione in piazza San Giusto. Tra le iniziative organizzate per l'occasione, molta curiosità stanno suscitando le tre edizioni speciali a tiratura limitata, realizzate appositamente per Lucca Comics & Games 2014. Tre edizioni in vendita presso il nostro stand, caratterizzate dalla presenza di 16 pagine in più (ricche di contenuti speciali) e dalle copertine “variant”, disegnate da tre maestri del fumetto.

    Dopo avervi mostrato l'illustrazione di Gipi (che avvolge il n°337 di Dylan Dog, “Spazio profondo”), stavolta è il turno di svelare in anteprima quella di Enrique Breccia, dedicata a "Gli schiavi di Zanzibar", in numero di debutto della nuova serie creata da Gianfranco Manfredi, appena giunta in edicola: Adam Wild!

    Breccia è una firma prestigiosa e storica, del fumetto argentino e internazionale: figlio di un Maestro del fumetto quale Alberto Breccia, dalla fine degli anni '60, Enrique lavora a tutto campo nel mercato della Nona Arte e le sue tavole appaiono su svariate collane un po' in tutto il mondo. Per gli appassionati, le matite di Breccia rimangono indissolubilmente legate al personaggio di Alvar Mayor e a "Robin delle stelle" (entrambi sceneggiati da Carlos Trillo), mentre i bonelliani più attenti ricorderanno il suo tratto inconfondibile graziare le pagine dell'ottavo Dylan Dog Color Fest . Ora, il Nostro è al lavoro su di un Texone di prossima pubblicazione, del quale non vediamo l'ora di potervi svelare di più...

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    Lilith è un cronoagente, inviata indietro nel tempo dai misteriosi Mandanti per uccidere personaggi storici ma anche gente comune. Lo scopo dei suoi viaggi non è quello di modificare il corso della Storia ma di eliminare una genia di uomini posseduta da un parassita alieno – il Triacanto –, uno spiromorfo che in un lontano futuro porterà a un’ecatombe planetaria. Lilith non elimina persone qualunque. C’è una linea precisa che attraversa il tempo e che marca determinati individui. Questi individui sono portatori inconsapevoli del parassita che lei - una volta individuato - rende visibile, poi corporeo e infine estrae dai corpi delle sue vittime, annientandolo.

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    La morte dello spiromorfo è il segnale che piega e attraversa lo spazio-tempo avvisando i Mandanti che il compito è stato portato a termine. Ogni segnale rivela quindi altre linee temporali da percorrere e porta ad altri “bersagli” da colpire. Lo scopo è sì cambiare il futuro, ma eliminando unicamente i portatori dello spiromorfo recidendone quindi la linea di ascendenza prima che questa si ramifichi in maniera incontrollabile. La modifica della Storia a seguito di questi omicidi è solo un effetto collaterale, una conseguenza di nessuna importanza per Lilith e i suoi Mandanti. Lilith non ritorna mai nella sua epoca. Rimane continuamente in viaggio, sballottata da un’epoca all’altra. Una volta inviato nel passato, il cronoagente non può più essere ricondotto al suo presente. Ad affiancarla nelle sue missioni Lilith ha un solo compagno: lo Scuro.


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    Pubblicazione semestrale.

    Ho letto il numero 12:

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    Storia notturna

    Soggetto, sceneggiatura, disegni e copertina: Luca Enoch

    Uscita: 10/06/2014

    Alla fine del XVI secolo, in una cittadina podesteria di Genova, il podestà argina il malcontento popolare per la prolungata carestia, riversando la colpa sulle “sciagurate donne” che praticano la stregoneria e procedendo all'arresto di guaritrici e prostitute. Si mette in moto, così, un meccanismo perverso: sotto tortura, le sventurate accusano altre donne fino a coinvolgere anche le mogli e le figlie dei notabili del posto. In questo contesto inquietante, Lilith dà la caccia al portatore del Triacanto, senza avere alcuna idea di quale possa essere la sua identità e passando attraverso le spaventose maglie dell'Inquisizione!


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    Nella prefazione viene citata come fonte di ispirazione il film Gostanza da Libbiano del regista Paolo Benvenuti che a sua volta si rifà alla storia della vera Gostanza, inquisita per stregoneria nella seconda metà del '500.

    Non ho visto il film ma dopo la lettura ho cercato qualche immagine e anche qualche info sui fatti storici. Vi si ritrova molto di quanto narrato da Enoch.



    Non che i personaggi usati, vittime e carnefici, siano diversi da quelli visti in tante altre cacce alle streghe, a parte Lilith ovviamente.

    Come in albi precedenti, l'autore continua a fare uso, ogni tanto, di un linguaggio espressivo da fumetto disneyano. Se ci aggiungiamo il fatto che non c'è mai da temere per la sorte della protagonista invulnerabile (che anzi, si diverte ad essere torturata) non si può certo affermare che la storia crei tensione.

    Una tappa del cronoviaggio a cui do un 6,5 come voto.

    La Lilith di pag.107 sorride alla "Bruce Timm":

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    Il difetto principale di "Mio zio" è l'eccessiva lentezza di alcune scene e la sua lunghezza complessiva. Farlo durare mezz'ora in meno, accorciando qui e là, sarebbe stato meglio.
    Anch'io preferisco Louis de Funès. Se dovessi fare una classifica:

    Louis de Funès
    Bernard Blier
    Jacques Tati
    Fernandel

    Tati è stato anche un bravo mimo:

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    Il Grande Diabolik nr.34 in edicola dal 15 luglio:

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    Bettina è cresciuta, va al college, è diventata una ragazza forte e determinata, sicura di sé. Ma quando la sua vita si incrocia nuovamente con quella di Diabolik, Bettina si trova di fronte a una scelta difficile: come salvare la vita delle persone che ama?

    Bettina va al college? :ph34r: Allora Diabolik va per in cinquanta ed Eva...Non lo diciamo... :P

    "è diventata una ragazza forte e determinata, sicura di sé"... Era meglio d inventarsi un altro personaggio che trasformarne completamente uno classico.

    Copertina e disegni di Barison.
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    L'illusionista (L'Illusionniste)

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    Film francese del 2010, scritto, diretto e musicato da Sylvain Chomet il quale è tornato a realizzare un lungometraggio animato sette anni dopo Appuntamento a Belleville (Les Triplettes de Belleville). Candidato agli Oscar 2011 come miglior film di animazione.

    La storia è ambientata tra la Francia e la Gran Bretagna degli anni '50 del XX° secolo. Un anziano prestigiatore gira i teatri proponendo il suo spettacolo ma è in difficoltà a causa dei mutati gusti della gente. I giovani infatti hanno cominciato ad interessarsi sempre più alla musica rock e nelle sale ormai sono pochi gli spettatori che apprezzano la silenziosa arte della magia. Un giorno però incontra una ragazzina che gli si affeziona e decide di seguirlo...

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    Altra bella prova di Chomet che usa pochissimi dialoghi e si affida alla cura dei dettagli, dei suoni e alla caratterizzazione dei personaggi attraverso gesti ed espressioni.
    La sceneggiatura originale è di Jacques Tati che la scrisse per un film dal vivo mai realizzato. Il tema del rapporto padre-figlia sembra che derivi dai sentimenti dell'attore per una delle due figlie anche se non si sa bene quale (è motivo di controversia). Di certo sono prese da Tati le movenze e le fattezze dell'illusionista che ricorda molto il simpatico monsieur Hulot visto in opere come "Mio zio" (Mon oncle) del 1958.

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    E' una commedia dolce-amara che diverte (pestifero il coniglio!) ma trasmette anche un senso di malinconia nel vedere questo gentiluomo francese che resta garbato e cordiale nonostante il progressivo peggiorare della sua situazione economica. Un declino che rappresenta in fondo quello di un'intera società che non c'è più, scalzata da una più rumorosa, impaziente e superficiale.

    Il molto poco ammaestrato coniglio:

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    La scena in cui l'illusionista entra in un cinema dove proiettano Mio zio e "incontra" il suo alter ego in carne e ossa, monsieur Hulot.

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    Il finale, né drammatico né lieto, lascia un punto interrogativo sul futuro dei protagonisti. Parafrasando Marriott: "Niente Disney, siamo francesi".

    Trailer:



    Dalla colonna sonora:

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    Mio zio (Mon oncle)

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    I genitori del piccolo Gérard Arpel sono una coppia di alto-borghesi orgogliosi della propria agiatezza. La madre non fa che vantarsi con tutti della sua casa moderna che cura maniacalmente mentre il padre pensa soprattutto al suo lavoro di industriale. Due materialisti senza altri valori se non il denaro ma per fortuna del bambino in famiglia c'è anche un bizzarro zio che tutti chiamano monsieur Hulot...

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    Premio della giuria al Festival di Cannes 1958 e Premio Oscar come miglior film straniero nel 1959, questo film scritto, diretto e interpretato da Jacques Tati, è una commedia ancora attualissima che prende in giro un certo tipo di borghesi arricchiti, attraverso quello che succede all'interno dell'assurda casa dei protagonisti. Quello che in teoria dovrebbe essere il meglio offerto dal denaro e dalla modernità (dell'epoca), Tati lo mostra come una specie di trappola rumorosa in cui si è tutt'altro che liberi e rilassati.

    La scena della cucina:

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    La scena del giardino:

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    La casa di monsieur Hulot:

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    Il colloquio:

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    Monsieur Hulot invece, con le sue disavventure da cinema muto, che lo rendono protagonista suo malgrado di buffi equivoci, rapprenta una via di fuga verso un modo di vivere più semplce e spontaneo. La Parigi (se si tratta di Parigi) da vecchia cartolina, in cui si muove con il suo vélosolex, non a caso è fatta di tipici vicoletti, lampioni e abitanti poveri ma ricchi di umanità che si contrappongono alla vacuità dei coniugi Arpel e dei loro consimili.

    Il VéloSoleX è una bicicletta-motorino francese di successo, prodotta per oltre quarant'anni:

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    (Brigitte Bardot)

    La casa degli Arpel è stata riprodotta a grandezza naturale al centro culturale parigino "Le CENTQUATRE":

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    Trailer:

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    Io è da ieri sera che non faccio che ascoltare le canzoni :D (non le avevo mai sentite in questi mesi) e ho anche ordinato l'artbook ufficiale (l'avevo adocchiato ma aspettavo prima la visione del film).



    Oggi sono andato a leggermi un po' delle centinaia di pagine del topic dedicato sul forum Disney. Accidenti quante discussioni! E hanno cominciato con anni di anticipo, da quando sulla produzione di questo cartone c'erano solo indiscrezioni e voci non ufficiali. Il titolo, il poster, il disegno, il 3D sì, il 3D no, le canzoni, ecc.. Ci sono disneyani a cui non sta bene niente °_°
    Ecco perchè quando viene annunciato un film, non voglio alcuna informazione fin quando non l'ho visto. Ho l'impressione che siano proprio i più al dentro della materia (in questo caso i nerd Disney) quelli che rischiano di rovinarsi l'intrattenimento con troppe analisi approfondite su ogni dettaglio.
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    Frozen - il regno di ghiaccio

    53° Classico Disney scritto e diretto da Chris Buck e Jennifer Lee.

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    Elsa e sua sorella Anna sono le principesse del regno di Arendelle. La prima fin da piccola possiede il potere di creare ghiaccio e neve ma non riesce a controllarlo bene. Questo creerà qualche problemuccio...

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    La storia è solo vagamente ispirata a "La regina delle nevi" di Andersen. Ho letto però di un progetto, risalente ai primi anni 2000, che avrebbe dovuto essere molto più fedele alla favola originale e sul quale si mise al lavoro per un po' di tempo il noto Glen Keane, ex guru dell'animazione Disney (il creatore di Ariel ha lasciato gli studios nel 2012), prima di passare ad occuparsi di "Rapunzel - L'intreccio della torre" (Tangled).

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    Con Frozen la Disney torna al top del genere musical come non le accadeva dai tempi de La Sirenetta e Il Re leone. Molte belle canzoni: "Frozen Heart" (la cui sequenza iniziale ricorda quella del montaggio del tendone del circo in Dumbo), "Love Is an Open Door", "For the First Time in Forever", "In Summer" (cantata da Josh Gad/pupazzo di neve)...

    Su tutte prevale "Let it Go" (Oscar per la miglior canzone):



    Che voce Idina Menzel ma anche Kristen Bell se l'è cavata molto bene pur non essendo una cantante. Riguardo alla versione italiana, non c'è da lamentarsi di Serena Autieri (doppiatrice/voce canora di Elsa), brava pure lei.

    All'Alba sorgerò

    Mi ripeto: è un grande musical! Però non gli avrei dato l'Oscar 2014 per il miglior film d'animazione. Non ho ancora visto "Kaze tachinu " ed "Ernest & Celestine" ma per ora resto convinto che avrebbe meritato "The Croods".
    I cavernicoli secondo me prevalgono sia sul piano del divertimento che su quello del sentimento ma Frozen è stato trascinato dalla colonna sonora, dal disegno e dall'aura Disney che ha alimentato se stessa anche attraverso l'enorme successo al botteghino: quinto miglior incasso di tutti i tempi °_°

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    In una mini classifica dei recenti classici Disney, "Rapunzel" lo lascio stabile al primo posto mentre il resto del podio se lo giocano alla pari "Ralph", "la principessa e il ranocchio" e "Frozen".

    Disegni

    Tra gli artisti che si sono occupati del concept art, del character design e del visual development, ci sono Bill Schwab (Ralph, Rapunzel, La principessa e il ranocchio), Minkyu Lee (Ralph, La principessa e il ranocchio), Claire Keane (Rapunzel, Ralph), Hyun Min Lee (Ralph, La principessa e il ranocchio), Julia Kalantarova, Michael Giaimo, Jin Kim, Lisa Keene, Brittney Lee, ecc...

    Squadra che vince non si cambia ma anche "scuola che vince non si cambia" dato che seppure Glen Keane (Claire è la figlia) se ne sia andato per lavorare altrove, il suo stile continua ad avere una evidente influenza.

    Alcuni studi dei personaggi:

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    Musica e canzoni

    Le canzoni originali sono state scritte da Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez, la musica è composta da Christophe Beck.

    "Frozen Heart"



    "In Summer"

    "Let It Go" cantata da Demi Lovato
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    Non ho visto il film al cinema e non so dire quale dei due doppiaggi sia migliore, il vecchio oppure il nuovo. So che l'adattamento del 2000 presenta degli errori, con frasi a volte parecchio cambiate.
    L'altro giorno mi sono riguardato la versione in lingua originale, con i sottotitoli, ed è effettivamente così.

    Comunque sia...Il mio film Ghibli preferito :)
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    Vikings

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    La serie è ambientata alla fine dell'VIII secolo d.C. Il protagonista è il leggendario (per la Storia ufficiale) Ragnar Lodbrok, guerriero che trova il modo di navigare verso Ovest, sfidando l'ignoto del mare, fino ad approdare sulle coste dell'isola di Lindisfarne (ep.2) e dare il via al primo, documentato attacco vichingo in Northumbria, uno degli antichi regni che componevano l'Inghilterra.

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    Si tratta di una produzione canadese-irlandese che conta già due stagioni e ne avrà una terza nel 2015. In Italia la prima stagione andrà in onda su Rai 4 dal 28 maggio 2014.

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    Io al momento sono arrivato a vedere la 1x04. E' un racconto crudo e ben realizzato che descrive la vita dei vichinghi e la bruta realtà dell'epoca. Non ci sono le scene esplicite di sesso e gli sbudellamenti di Game of Thrones ma siamo comunque lontani da Vicky il vichingo.

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    Opening:



    Edited by Superior Tuatara - 10/5/2014, 14:20
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    L'ultima sua storia che ho letto è stata Il Legionario .

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    Lineamenti dei volti dei personaggi un po' troppo spigolosi ma lo stile di disegno lo avevo trovato adatto al tipo di ambientazione.

    Lo ricordo anche su Zagor in una storia, Caccia al lupo, che mi era piaciuta.




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    Ho letto il nr.643

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    Chissà perchè Boselli ha bisogno così spesso di infilarci il quinto incomodo. Questa volta tocca a tale Webster fare l'ospite tra i pards.

    Inizio un po' troppo blabblato, poi si prende ritmo con la fuga dei due indiani prigionieri. Un apache in Georgia, cioè uno stato "civilizzato" e parecchio lontano dai deserti e dalle montagne in cui siamo soliti vedere quelli della sua gente. Non male come trovata, l'avrei sfruttata per sviluppare una storia a sè, senza mettere di mezzo la solita indagine e il solito cattivaccio riccone dalle ultime parole famose sulla sorte di Tex & cumpa.
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    Letto anni fa. Ricordo che all'inizio mi era piaciuto ma alla lunga, la ripetitività dei combattimenti e lo schema classico da shonen-action, mi avevano stancato. La Perfect, a 7 euro a volume, la passo. Oggi come oggi non ricomprerei nemmeno l'edizione economica.
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    Contento per la vittoria di Venturi e quindi del suo Texone :)

    Essex County ha vinto ma non mi ispira. Voglio leggere invece Il Nao di Brown.
27 replies since 15/1/2014
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