Lettera di Bruno Concina alla Disney

Dovreste leggere TUTTI

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  1. thekillingjoke
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    CITAZIONE
    beh, ora non vorrei dirlo, ma l'autoproduzione nn è che risolverebbe granchè, a livello economico non risolverebbe nulla, e farebbe diventare autori e fumetti una nicchia più piccola di quel che è adesso.
    comprendo la voglia di indipendenza e il sentimento di repulsione a leggere certe cose, ma come si suol dire, la soluzione a un problema non è evitarlo trovando la soluzione più semplice...
    qual'è la soluzione meno semplice? mica lo so, altrimenti avremmo risolto tutto...

    iniziamo noi autori e aspiranti autori a capire che le cose possono cambiare solo se attivamente facciamo qualcosa, perchè piangersi addosso da dieci anni sulla presunta o vera crisi del fumetto in italia, quando praticamente l'unica proposta innovativa dell'ultimo decennio a livello editoriale sono state solo le witch, non mi pare un granchè come rivolta...

    e non è una questione di idee, perchè di fumetti belli e innovativi ce n'è anche parecchi (in proporzione), ma se manca un sistema, di distribuzione, di editoria, non andiamo da nessuna parte.
    anzi.

    dovreste voi aspiranti autori per primi capire (dato che accade solo in italia a questo livello fra i paesi che hanno un grosso mercato) che il vostro lavoro VALE e che pubblicare gratis pur di farlo può valere come gavetta fino a un certo punto, può valere per un concorso, per un kontest, per una storiella breve, ma se gli editori contano sul fatto che le tavole non si pagano, e che io autore "professionista" voglio essere pagato e tu esordiente "ti accontenti di lavorare gratis" rendetevi conto che è un danno per entrambi perchè gli editori (o presunti tali) si abituano a non pagare (o pagare male e poco) perchè ci sarà sempre il pollo da spennare e quindi affanculo la qualità, si abbassa il livello, i lettori comprano meno, e noi parliamo poi di crisi e di autoproduzione.
    riflettiamo.

    Ti quoto in toto Foolys, sante parole!
    CITAZIONE
    Beh questo è abbastanza ovvio purtroppo mi rendo conto che se volessi fare un fumetto per amore dell'arte dovrei tenerlo esclusivamente per me nella maggioranza dei casi...

    O vuol dire che non vale qualitativamente abbastanza per essere venduto. Ci sono piccoli (e persino medi editori) che pagano per lavori gestiti al 100% dagli autori.
    Un esempio recente?
    Melting Pulp (di Boni, con la Free, in uscita finalmente quest anno)
    Molte produzioni della BD (penso a Recchioni)
    E... il sottoscritto :) con svastica (marketing marketing marketing!!!)
     
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  2. fw190
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    Vorrei fare un chiarimento, ma forse a questo punto si potrebbe migrare in una discussione ad hoc, che qui forse siamo fuori tema...
    Lady Myv, il fumetto è un prodotto, come un film, o un romanzo. Incidentalmente (accidentalmente?) può anche essere arte. Ma resta un prodotto, e come tale deve sottostare alle leggi di un prodotto. Gli editori, come i produttori, non sono dei filantropi (ok, non tutti...) sono degli imprenditori. Se qualcuno è ben pagato e riesce a vivere, anche più che decentemente, di questo mestiere è perché il suo prodotto è apprezzato e COMPRATO, e l'editore ha un ritorno economico dal suo investimento. Autoprodursi può essere una strada, ma a mio parere è solo l'inizio di un percorso, che può essere anche quello di diventare editori, perché mica c'è nessuno che te lo impedisce, eh? Però fare i fumetti per se e coltivarseli in un orticello per i propri pochi fans mi sa un po' di pratica onanistica. Nulla di male, per carità, che ognuno di noi ha una sua rispettabile intimità. Ma finché non si scende nell'arena a prender mazzate in faccia è un altro gioco, come dire, protetto.

    Poi, che ci siano editori e produttori che non sanno fare il loro mestiere è un altro discorso...

    Ciao
     
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  3. foolys
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    ovviamente quoto fw...
    il termine fumetto d'autore per me è infatti una delle massime fesserie esistenti...

    il fumetto nasce per un pubblico, il pubblico è il lettore, il fumetto non nasce per essere esposto in un museo, il lettore è quello che compra, il lettore è quello che fa il mercato, mercato che se non esistesse il fumetto "popolare" non ci sarebbe proprio.

    a quel punto giungono autori e fumetti che riescono ad "innalzare" una media portando un certo gusto, ma sempre di fumetto "popolare" si tratta, nel senso che il fumetto E' per il popolo.

    Corto Maltese E' un fumetto popolare.

    I Peanuts SONO un fumetto popolare.

    Mafalda E' un fumetto popolare.

    Asterix E' un fumetto popolare.

    Maus E' un fumetto popolare (sarebbe come negare che un libro impegnato di cui parlano tutti gli appassaionati di letteratura non lo fosse...)

    E potrei andare avanti molto a lungo.

    Il fumetto raggiunge i suoi livelli più alti NON quando un autore crea qualcosa di difficilissimo ma geniale, ma quando realizza un fumetto geniale E fruibile.

    E le cose geniali difficili non avrebbero mercato se non fossero controbilanciate da certe cagate, perchè ricordiamo anche un altra cosa: il lettore medio di fumetti (e con lettore non intendo un lettore casuale, ma anche un collezionista, ovvero un LETTORE CHE ACQUISTA CON CONTINUITA') NON VUOLE SPENDERE PIU' DI UN TOT PER UN FUMETTO.

    Gli archivi di Spirit di Will Eisner, che è uno dei più IMPORTANTI FUMETTI AL MONDO, costano 25 euro a volume, e se tu ti vuoi chiamare davvero "collezionista" e "appassionato" di fumetti dovresti averli a casa, e invece, quanti di voi li hanno a casa?

    E invece, quanti "appassionati" di arte hanno a casa una monografia di Michelangelo del costo di 50 euro (dato che le monografia serie costano tutte quella cifra, minimo)? TUTTI!

    Per l'"arte" alta i soldi si spendono, così come per la letteratura, per un libro appena uscito che costa 20 euro, ma se un fumetto costa 20 euro lo compri SOLO se è davvero un must, fregandotene altamente del fatto che il lavoro di quella persona è comunque impressionante.
     
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  4. thekillingjoke
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    CITAZIONE
    Gli archivi di Spirit di Will Eisner, che è uno dei più IMPORTANTI FUMETTI AL MONDO, costano 25 euro a volume, e se tu ti vuoi chiamare davvero "collezionista" e "appassionato" di fumetti dovresti averli a casa, e invece, quanti di voi li hanno a casa?

    Io...

    CITAZIONE
    E invece, quanti "appassionati" di arte hanno a casa una monografia di Michelangelo del costo di 50 euro (dato che le monografia serie costano tutte quella cifra, minimo)? TUTTI!

    Io no... ce ne ho uno che ho pagato 2€

    :D

    Ok a parte scherzi. Non condivido pienamente il tuo discorso Foolys...
    Sono d'accordo che c'è ancora una certa arretratezza in Italia nella considerazione del fumetto e questo forse aumenta la tensione d'evitamento da parte dell'acquirente, ma il discorso del lettore medio di fumetti non mi piace per nulla. Chi è questo lettore medio? Chi è il lettore medio di libri? E il fruitore medio di cinema? Siamo sicuri che il fruitore dei prodotti dell'industria culturale sia così facilmente etichettabile?

    Gli archivi di Spirit a 25€ vendono meno di Dragon Ball... eh vabbeh anche Vacanze di Natale ha incassato più di Inland Empire al botteghino.
    Il prodotto "popolare" vende più facilmente, ma allo stesso tempo non può esistere solo prodotto popolare. E non si può neanche così facilmente classificare un fruitore medio (altrimenti non si spiegherebbe il fallimento di un Cemento Armato o il successo di un Nuovomondo, e allo stesso modo direi il calo delle vendite di Topolino e la scelta della Panini di portare in fumetteria i vincitori del Lucca project contest).

    CITAZIONE
    Per l'"arte" alta i soldi si spendono, così come per la letteratura, per un libro appena uscito che costa 20 euro, ma se un fumetto costa 20 euro lo compri SOLO se è davvero un must, fregandotene altamente del fatto che il lavoro di quella persona è comunque impressionante.

    Con chi te la stai prendendo? Con gli utenti di Kinart? O è un rigurgito di rabbia nei confronti di quell'indefinito lettore medio?
    Non ha senso...
    Te la prendi con l'appassionato di cinema che non legge fumetti?
    Con l'appassionato d'arte che se ne frega di Spirit?
    Con il 14enne a cui piacciono "i fumetti" ma ancora deve maturare il proprio gusto ma non gli va di spendere troppo?
    Con l'universitario onnivoro che però sta attento al portafoglio e non crede che The Spirit meriti 25€?
    Con il "lettore di libri" che non ha mai letto un fumetto?
    Con la casalinga di voghera?
    Col papa (che di sicuro non ha Spirit in biblioteca)?

    Di certo manca un'educazione al fumetto (soprattutto nelle scuole), ma sinceramente non trovo sinonimo d'ignoranza (o di qualsivoglia accezione negativa) il non volere spendere 25€ per Spirit e lo spenderne 50€ per un libro d'arte. Le persone hanno budget, interessi e priorità diverse (per fortuna).

    Se il fumetto non conosce lo stesso successo di altri prodotti dell'industria culturale... di certo non è il pubblico il problema (io però rifletterei bene sul successo delle iniziative "fumetto allegato ai quotidiani"... è forse più un problema del modo in cui il prodotto va presentato? E' forse un problema di marketing?)

    Io 25€ per Spirit non li pago (ma per fortuna c'è eBay yack yack), ma ho comprato ben volentieri per lo stesso prezzo l'opera omnia di Shakespeare. E questo non per dire che Eisner valga meno di Shakespeare, ma che Gli Archivi di Spirit COSTANO TROPPO!!!
     
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  5. Manson
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    Se il fumetto è un prodotto,soggetto a logiche di mercato,gli autori cosa sono????Mi spiego,il fumetto come prodotto è una realtà,un fatto e condivido il vostro discorso.....ma la domanda che mi sorge spontanea è:il fumettista che genere di professionista è????è come un impiegato che sbriga un tot di pratiche al mese??????un operaio che assembla un tot di prodotti al mese????il fumettista è soltanto un altro tipo di operario che DEVE produrre un tot di tavole al mese?????e allora di che stupirci se le case editrici sfruttano e spremono gli autori come limoni,e appena finito il succo della loro creatività li gettano via come se nulla fosse???così va in Italia e nel mondo,di che stupirci allora????se il fumettista è soltanto un lavoratore come ogni altro,quindi facilmente sostituibile,di che scandalizzarci????nell'età dell'usa e getta è un meccanismo normale.....(intendiamoci,non giustifico questo stato di cose)Fino a che punto possiamo definire Moore,Gaiman,Pratt,Eisner,Spiegelman,Otomo e tanti altri fumettisti dei semplici operai??????possiamo invece supporre che lavorano al fumetto come prodotto semplicemente perchè non hanno scelta????Io considero le Winx un prodotto,Contratto con Dio no......
     
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  6. thekillingjoke
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    Caro Manson,
    a me personalmente non interessa la divisione tra artista e artigiano... ciò che conta è che se un professionista viene impiegato in un'azienda gli vengano conferiti i giusti diritti sindacali, una buona liquidazione e una pensione. Il problema è che il caso Concina vede un autore che ha lavorato per decenni in una major con un contratto pessimo che, una volta andata in crisi l'azienda, è stato trattato a pesci in faccia. Il problema è simile in tutto il mercato del lavoro purtroppo.

    Per te Contratto con Dio può essere un'opera d'arte e le Winx no, ma anche Eisner deve pagarsi le bollette.
    In Italia manca una corretta regolazione di questo mestiere. Peggio, in Italia il precariato ha toccato anche il settore dell'industria culturale e l'ha fatto in modo vergognoso.

    Il fumetto, piaccia o no, risponde alle regole del mercato ed è un'industria. Non è colpa del pubblico se un'azienda fallisce (e qui mi ricollego al mio intervento precedente)
     
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  7. foolys
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    ehm killinjoke...essendo io amministratore di kinart, e curando questo forum, potresti mai pensare che io me la prenda con gli utenti del forum? :D
    il mio parlare "con qualcuno" è rivolto ad qualcuno di indefinito che non puoi essere nè tu nè io nè altri utenti, perchè in quanto tali vuol dire che siamo interessati al fumetto "quel tanto che basta in più" per uscire dalla logica di quello che però accade normalmente nella cultura normale italiana.

    è innegabile che per un fumetto tendenzialmente si spenda e si voglia spendere di meno di un libro, lo può fare di più qualcuno raramente (tu che compri gli archivi di spirit) ma ricordiamo che 20 euro è la cifra MEDIA di un libro nuovo, pure una cagata, mentre il costo medio d un fumetto è 3/5 euro e costa di più già ci si lamenta, anche fra gli stessi "collezionisti abituali".

    se tutti i fumetti costassero 20 euro chi li comprerebbe con la stessa quantità di adesso?
    quando poi, se analizziamo i costi di produzione di un fumetto, spesso e volentieri sono anche molto più alti di quelli di un libro...

    ma in ogni caso certo non è di questi dati che mi interessa discutere, volevo solo fa capire che studiando il mercato (e se vogliamo essere fumettisti dobbiamo farlo) dobbiamo essere consapevoli che il fumetto deve rivolgersi sempre a un pubblico, semplicemente questo, e che il fumettista il più delle volte è un artigiano, con tutto quello che c'è di bene in questa parola, anzi, dovremmo esserne orgogliosi...

    e come al solito incollo pezzi di una recente intervista a robert crumb, che è più professionista di me e la sa un pò più lunga:

    Il fumetto è un medium a parte. Raccontare una storia è una cosa pazzesca. Non vuol dire soltanto disegnare un affare sul muro. Si tratta di un medium con imperativi e bisogni particolari. Tra di noi, parliamo molto dei grandi del passato che ci hanno ispirato, degli illustratori che ammiriamo. Tutto gira intorno al disegno e alla tradizione dell’illustrazione. All’interno del mondo del fumetto, nessuno arrossirebbe all’idea di essere stato influenzato da qualcuno. C’è questa fierezza di appartenere a una tradizione. È l’idea stessa di tradizione che è forte tra di noi. E la trovo sana. Nessun bisogno di distruggere checchessia. Non ci vergogniamo di prendere in prestito una tecnica o un arnese già usati da un altro artista; ognuno di noi ha gli stessi problemi da risolvere: disegnare una figura, mettere le ombre, tratteggiare, usare un pennello, usare un pennino. È la ricchezza della nostra tradizione.

    il resto dell'intervista è qui:

    http://kinart.forumfree.net/?t=23262812

    il concetto è che un fumettista è un artista, si, ma un artista del fumetto, il che è ben diverso dal concetto di artista pittore o artista scenografo, per intenderci :)
     
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  8. thekillingjoke
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    CITAZIONE
    ehm killinjoke...essendo io amministratore di kinart, e curando questo forum, potresti mai pensare che io me la prenda con gli utenti del forum?

    Beh ammetterai che
    CITAZIONE
    se tu ti vuoi chiamare davvero "collezionista" e "appassionato" di fumetti dovresti averli a casa, e invece, quanti di voi li hanno a casa?

    Riferito agli ARCHIVI DI SPIRIT da 25€ cad. era una domanda retorica. Quel prezzo è un furto e penso che qui nel forum non saranno in molti ad averli. Quindi quella domanda comprendeva scientemente quei lettori (nonchè utenti di Kinart) che accusi sottilmente di spendere più facilmente una certa cifra per un libro piuttosto che per un fumetto.

    E cosa c'è di male?
    Come ho detto è questione di priorità.

    Non ho un'intento polemico sia chiaro... cerco solo di far riflettere sulla avventatezza di certe facili generalizzazioni.

    Foolys, sia chiaro, so benissimo che non sei il primo arrivato (anzi, molto probabilmente in una qualunque fiera del fumetto ti avrei dato del lei, col magone in gola e la cartellina sotto il braccio) e so ancor più bene che conosci l'industria del fumetto e tutte le sue dinamiche.

    Eppure...

    Eppure leggo nelle tue parole quel malessere comune di chi lavora nell'industria del fumetto. Quel sentirsi di serie B.

    Personalmente non compro libri nuovi, vado sempre di usato.
    E non ne compro a 20€ salvo rari casi (l'opera omnia di Shakespeare a 25€ della Newton, ditemi se non è un affare!).
    Spendo di più per i fumetti. Quindi non dovrei rientrare nel tuo discorso.
    Ma in quelle generalizzazioni rientrano però i miei genitori, mio fratello, i miei professori, i miei amici. Persone che leggono fumetti, ma che hanno altre priorità e che, come dici tu, preferiscono prendersi il libro di Michelangelo a 50€.

    De gustibus caro Foolys.
    Se certi fumetti non vendono non è MAI colpa del pubblico.
    Se il prodotto non vende non è MAI colpa dell'acquirente. MAI.

    MA già che ci sono dirò di più.
    Per me, appassionato di fumetti medio, il fumetto ha un prezzo MASSIMO. Se ho potuto comprare Watchmen e la trilogia di Nikopol a 6.90€ (per me due vette assolute) non vedo perchè dovrei spendere di più per QUALSIASI altra cosa.

    E' una provocazione (ho speso di più e so benissimo che alcune piccole produzioni devono per forza avere prezzi più alti), ma spero aiuti a focalizzare il problema.

    Gli appassionati di fumetto sono una NICCHIA. E per appassionati intendo quelli che sono disposti a spendere più di una certa cifra per un certo tipo di prodotti.

    Quali prezzi? Quali prodotti?
    I classici del fumetto di Repubblica credo diano una indicazione in questo senso. Sono, infatti, prodotti studiati per un pubblico generico con un rapporto qualità/prezzo studiato per abbassare una generica tensione d'evitamento (non solo di fumetti sia chiaro).

    Prezzi più alti e qualità (leggi anche vendibilità) minore portano necessariamente a una riduzione del bacino di acquirenti (soprattutto se manca un'educazione alla letteratura disegnata).

    CITAZIONE
    studiando il mercato (e se vogliamo essere fumettisti dobbiamo farlo) dobbiamo essere consapevoli che il fumetto deve rivolgersi sempre a un pubblico, semplicemente questo, e che il fumettista il più delle volte è un artigiano, con tutto quello che c'è di bene in questa parola, anzi, dovremmo esserne orgogliosi...

    Daccordissimo... ma c'è un però (se no che senso avrebbe il discorso che ho fatto adesso). Studiare il mercato significa dare anche a un target quello che vuole. Non solo seguire il pubblico (e quindi fare un fumetto popolare) ma anche cercarsi una nicchia. Il problema dell'industria culturale è che non è semplice stabilire cosa voglia il pubblico e nemmeno cosa può offire un autore.

    Credo che la Panini con i vari Vasco e Liga stia provando a fare qualcosa in questo senso... così come c'ha provato la Disney (rischiando il tracollo).

    Va bene quindi definire i ruoli, ma la annosa quaestio del "cosa vuole il pubblico?" o del "cosa offro come autore?" E' insolubile.
     
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  9. foolys
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    io ti dirò...io non ho affatto nessun malessere, e sono davvero orgoglioso di far parte di questa categoria, senza assolutamente considerarla di serie b...
    quello che intendo è che spesso viene accomunata ad altre categorie (vedi l'arte pittura) in maniera erronea.
    ho nominato titoli, e potrei dirne altri mille, dai peanuts ad asterix appunto, che rappresentano la vera essenza del fumetto, ovvero qualcosa di altissimo livello che nello stesso tempo sono considerati grandi successi anche e soprattutto per merito della loro diffusione, perchè se dovessimo ragionare solo a "qualità" avremmo milioni di altre cose che però per forza di cose passano più in sordina.
    ma qui andiamo davvero in confini sottilissimi, ed equilibri impossibili da definire.
    siamo d'accordo comunque su molte cose, psso dirti però quello che penso: io credo che un fumetto sia bello, veramente bello, quando dietro c'è un pensiero sincero. quel fumetto poi potrà essere ipercommerciale, potrà essere di nicchia, ma sarà sempre una grande opera, l'importante è che sia una mossa sincera.
    è per questo che la disney è al tracollo.

    ps: comunque non capisco l'offesa nelle parole che ho detto che continui a citare, io non volevo colpevolizzare nessuno...

    pps: :)

    ppps: ma quale cartellina e "lei", io sono solo un poveraccio :D

    pppps: d'accordissimo con la tua ultima frase
     
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  10. thekillingjoke
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    CITAZIONE
    io credo che un fumetto sia bello, veramente bello, quando dietro c'è un pensiero sincero

    Belle parole... credo che tu abbia contribuito a definire anche l'arte.

    CITAZIONE
    è per questo che la disney è al tracollo.

    Eh sì

    CITAZIONE
    comunque non capisco l'offesa nelle parole che ho detto che continui a citare, io non volevo colpevolizzare nessuno...

    No, tranquillo, allora ho capito male io. Leggevo in quel voi una cosa del tipo "25 euro per The Spirit non li spendete e vi dite appassionati di fumetti!!! Ma magari 25€ a Giotto li date!!!"

    CITAZIONE
    ma quale cartellina e "lei", io sono solo un poveraccio

    ti giuro questa frase mi ha fatto morire dal ridere :D

    Sei forte Foolys
     
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  11. Slammy Sjoth
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    CITAZIONE (Manson @ 24/2/2008, 23:41)
    il fumettista che genere di professionista è????è come un impiegato che sbriga un tot di pratiche al mese??????un operaio che assembla un tot di prodotti al mese????il fumettista è soltanto un altro tipo di operario che DEVE produrre un tot di tavole al mese?????e allora di che stupirci se le case editrici sfruttano e spremono gli autori come limoni,e appena finito il succo della loro creatività li gettano via come se nulla fosse???così va in Italia e nel mondo,di che stupirci allora????

    Cito non perché sono daccordo, ma perché il tuo esempio, Manson, calza con la stragrande maggioranza dei lavori che una persona può fare qui in Italia.
    Vivo in una città dove persino fare volantinaggio è un miracolo. Quest'estate avendo l'età minina per trovarmi un lavoretto part-time (16 anni), ho fatto moltissimi giri di telefonate, ma mi hanno molto spesso sbattuto il telefono in faccia appena saputo che ero una minorenne. Qualsiasi lavoro, qui in Italia è spesso visto come un'oasi nel deserto, per i più disperati, anche il più infimo, come lavare i cessi per 3€ all'ora.
    Quindi il discorso non è rilegato solo all'area artistica-artigianale-creativa o come dir si voglia. (E non entro in campo arte perché potrei scrivere un romanzo e andare totalmente in OT :D )


    CITAZIONE (foolys @ 25/2/2008, 00:58)
    è innegabile che per un fumetto tendenzialmente si spenda e si voglia spendere di meno di un libro, lo può fare di più qualcuno raramente (tu che compri gli archivi di spirit) ma ricordiamo che 20 euro è la cifra MEDIA di un libro nuovo, pure una cagata, mentre il costo medio d un fumetto è 3/5 euro e costa di più già ci si lamenta, anche fra gli stessi "collezionisti abituali".

    se tutti i fumetti costassero 20 euro chi li comprerebbe con la stessa quantità di adesso?
    quando poi, se analizziamo i costi di produzione di un fumetto, spesso e volentieri sono anche molto più alti di quelli di un libro...

    Ok che non ne vuoi discutere, però mi piacerebbe dire la mia.
    Per me non è un prezzo troppo alto. Per me è una questione di budget. Tra spese di materiale scolastico, giornali per tenermi informata e pubblicazioni che seguo con amore, potrei spendere sì e no 5€ di quei 25.
    Ok, potrei sacrificarmi, ma chi mi dice che una qualsiasi opera che, come prezzo, va oltre la media, possa essere un'opera che mi piaccia e mi interessi, anche se il viene giudicata come opera magna?

    Sul fatto che il fumettista sia artigiano, piuttosto che un'artista, beh, qui i pareri ovviamente cambiano da persona a persona a seconda di ciò che uno reputa arte.
    Per me l'arte è essenzialmente comunicazione. Il fumetto è un mezzo con cui comunicare qualcosa, quindi per me è arte. Che poi venga giudicata arte schifosa, o opera d'arte, credo sia sempre un parere personale.
     
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  12. thekillingjoke
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    Slammy... condivido in larga parte il tuo discorso.
    Per me la questione fumettista artigiano/artista è un falso problema. La questione del significato di arte è un falso problema (irrisolto). Potremmo parlarne in altra sede e nn venirne a capo (l'ho fatto in altri forum... vieni alle mani, ma nn ne vieni a capo).
    Ciò che conta è sbarcare il lunario... poi chiamatemi come volete ;)
     
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  13. foolys
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    ci stiamo andando a scontrare su qualcosa che, come dice killingjoke, porta solo morti e feriti semplicemente per incomprensioni legate al peso e al significato che si danno a certe parole.
    io, ad esempio, non trovo nulla di male a definire il fumettista un artigiano, ma non per sminuirlo, semplicemente perchè dò molto peso (il peso giusto forse?) a questo termine, che non ha nulla di dispregiativo.
    poi, come ogni forma artigiana, possono esserci dei picchi e delle mediocrità, ci sono artigiani che pur potendo essere considerati geni e artisti rimangono sempre artigiani, perchè il loro lavoro li costringe a tempi e ritmi meno "viziati" degli artisti.
    e il fumettista in linea di massima non è certo un mestiere dai tempi viziati, quindi, ripeto, non trovo nulla di male a definirmi un artigiano, e a definire così anche grandi artisti del fumetto, che si considerano loro stessi artigiani.
    se guardiamo al passato, tutti i grandi maestri del fumetto sono stati assolutamente artigiani, anche quando erano importantissimi, continuavano a produrre fumetti "per campare", vedi alex toth, attilio micheluzzi, dino battaglia, ferdinando tacconi, john buscema, o ancor adesso gene colan, sergio toppi...mica bruscolini...
     
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  14. thekillingjoke
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    E speriamo di aggiungerci alla lista ;)
     
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  15. Slammy Sjoth
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    CITAZIONE (foolys @ 10/3/2008, 02:07)
    ci stiamo andando a scontrare su qualcosa che, come dice killingjoke, porta solo morti e feriti semplicemente per incomprensioni legate al peso e al significato che si danno a certe parole.

    Beh, è ovvio che ognuno ha le proprie idee sull'argomento. secondo me l'arte è qualcosa di troppo personale per poterne dare un'idea uguale per tutti -_-
     
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51 replies since 21/2/2008, 16:00   1565 views
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