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MicGin.
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Intanto, ritorno su un discorso che era stato toccato nei commenti precedenti: il fumetto in Francia. Discorso che si intreccia con quello del finanziamento pubblico del settore. Facevo l'esempio del Centro Nazionale del Libro.
Ad Angouleme, come sapete, spero, c'è il festival internazionale della BD, che è anche meta abituale di molti italiani.
In questa città è stato realizzato un museo e centro di documentazione, che è già stato rifatto recentemente.
E c'è anche una Casa degli Autori, dove è possibile trascorrere dei periodi dai tre mesi ai due anni, in cui l'autore è ospitato e può concentrarsi su nuovi progetti.
Beh... in questo periodo la Casa ospita un giovane, ed evidentemente intraprendente e talentuoso, autore italiano: Lorenzo Chiavini.
www.citebd.org/spip.php?article128
Questo per dire che guardarsi attorno è sempre opportuno!CITAZIONE (MicGin @ 12/8/2010, 12:38).........
Beh... in questo periodo la Casa ospita un giovane, ......
ehm... più giovane di me... intendo.... -
OniBaka -.
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cioe? piu vecchio di me? posso sperare? ( classe 80 io ) . -
ilcontedicagliostro.
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CITAZIONEgrazie a giorgio messina,
Grazie a te per le domande e gli spunti. Proseguiamo.CITAZIONEperò una precisazione utili e associazione non vanno d'accordo...chiamiamoli proventi, chiamiamoli guadagni, ma l'utile è proprio SOLO delle società commerciali
Chiamiamoli introiti, va bene?CITAZIONEil guadagno di un'Associzione va a comporre il suo patrimonio, che può essere solo
1) utilizzato per le finalità dell'Associazione
2) donato all'atto dello scioglimento dell'Associazione, come disposto in atto costitutivo e/o statuto
Esattamente. Per fare distinzioni ancora più profonde dovremmo entrare nella diversificazione tra associazioni riconosciute e associazioni non riconosciute, ma va bene così.
Diciamo solo che non fanno parte del patrimonio dell'associazione quei beni, risorse e servizi messi a disposizione dell'associazione da altre associazioni, enti pubblici ed enti privati.
Quindi, ad esempio, se io associazione "Amici di Chas" ho una biblioteca messami a disposizione da un'altra associazione, la biblioteca non fa parte del mio patrimonio.CITAZIONEanche un Editore persona fisica, o Società di Persone o di Capitali diversa dalla spa ha come finalità il profitto, ergo anche loro devono retribuire gli autori....perché solo le società di capitali?
La persona fisica non necessità di avere uno statutto e un capitale base per iniziare la sua attività a scopo di lucro, quindi ne faccio eccezione rispetto alle Società di Capitale.CITAZIONEquanto alla privacy...beh ha ragione McGin, solo nell'atto costitutivo ci sono dati, che peraltro NON sono dati sensibili...anzi lo Statuto deve essere mostrato a tutti coloro che intendono farsi soci
Lo avevo detto:CITAZIONELe associazioni di persone sono tenute a mostrare l'atto costitutivo ai soci che ne facciano richiesta e sono altresì tenute a mostrare lo statuto a chiunque faccia domanda associativa.CITAZIONEinoltre, è diritto di chiunque contratti con chi si dichiari rappresentante di qualcuno o qualcosa chiedere e ottenere la prova dei suoi poteri e dei limiti di questi...il codice civile parla chiaro
Ci mancherebbe che non fosse così. Tanto è vero che alle fiere ci sono altri oltre me che valutano i book e le proposte, ma solo io parlo di eventuali accordi di pubblicazione, onde evitare confusioni controproducenti.. -
Chas.
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esatto, ma se uno ti chiede da dove trai questa legittimazione, tu devi mostrargli lo statuto e il verbale della Assemblea che ti ha nominato . -
ilcontedicagliostro.
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Per ovviare a questo basta pubblicare nei libri e sul sito l'organigramma, come ad esempio facciamo noi.
Come tu mi insegni, ciò che viene dichiarato su una pubblicazione o su internet è sottoposto al codice civile e penale, quindi non c'è manco bisogno di fare vedere statuto e verbale.. -
Chas.
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CITAZIONE (ilcontedicagliostro @ 12/8/2010, 14:30)Per ovviare a questo basta pubblicare nei libri e sul sito l'organigramma, come ad esempio facciamo noi.
Come tu mi insegni, ciò che viene dichiarato su una pubblicazione o su internet è sottoposto al codice civile e penale, quindi non c'è manco bisogno di fare vedere statuto e verbale.
non è proprio così, ma con il cavolo che dò consulenze gratis. -
ilcontedicagliostro.
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Mi rendo conto anche io che non è proprio così, ma senza entrare troppo nello specifico e nelle consulenze gratuite, potrebbero essere due soluzioni bastevoli come prova provata della carica associativa rivestita.
Mi si passi anche a me una piccola licenza dopo recenti casi lampanti in cui offendere diventa "rispondere a tono" e ritrattare si trasforma in "rivedere perchè ci si è espressi in modo che poteva essere equivocato".
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Kont3.
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Grazie per tutte le informazioni.
Abbiamo capito che Cagliostro è una ass.cult e che la sua finalità è solamente quella di proporre nuovi fumetti e nuovi autori per semplice amore del fumetto e senza cercare profitto, ragion per cui gli autori non possono pretendere una adeguata retribuzione.
Ma gli altri editori?
Ma davvero nessuno dei medio piccoli è in grado di pagare adeguatamente un autore perché non rientrerebbe nemmeno dalle spese?
Ma se è questo lo stato del fumetto italiano e degli editori nostrani...di cosa stiamo parlando?
Questo non sembra nemmeno un settore economico (seppur in crisi) ma una banda di disperati che tira a campare tra mille mezzucci.
Se tutto ciò è vero questa discussione è morta in partenza e non arriverà a nulla, se non a piangersi addosso.
Mi rifiuto di pensarlo ma cosa vedo? Editori sempre ancorati alle vecchie logiche di produzione e distribuzione. Che l'unica forma di promozione che conoscono è il trafiletto nei cataloghi e lo stand alle fiere o scrivere in qualche forum. Che non hanno un minimo di risorse economiche. Che hanno siti internet che fanno piangere e non aggiornati. Che non hanno idea di cosa sia il Marketing o, se lo sanno, preferiscono ignorarne il significato.
Che i distributori fanno il bello e il cattivo tempo tanto nessuno dei nostri piccoli editori ha abbastanza forza contrattuale per imporregli logiche diverse.
Che le fumetterie fanno quello che possono, soprattutto per passione, ma sembrano un vecchio residuo bellico.
SVEGLIAAAA
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Seila.
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E' una cosa che non ho ancora capito anche io.
Ho chiesto pagine di post fa al Sig. MessinaCITAZIONE (Seila @ 8/8/2010, 17:03)CITAZIONE (ilcontedicagliostro @ 8/8/2010, 02:07)Se arrivano poche copie di ordini dalle fumetteria, che dovrebbe fare l'editore per promuovere di più un volume dopo che i cataloghi raggiungono tutte le fumetterie italiane?
Uhm... che altro genere di pubblicità fate?
Cioè non ho ancora capito come si pubblicizzano i nuovi titoli. Io la trovo una cosa che mi incuriosisce e quindi interessante, spero di capirlo meglio grazie anche ai vostri interventi.
-O forse addirittura è un punto focale-
Potrebbe ovviamente essere che non ci siano i fondi per fare di più, ma vorrei capire meglio. Adesso con internet il tam tam di link fa molta più pubblicità a volte che non la carta stampata, o è una cosa impossibile?
Edited by Seila - 12/8/2010, 18:59. -
ro-mario.
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CITAZIONEVorrei ringraziare Marco Taccolini per la completezza con la quale ha esposto la situazione delle Edizioni Arcadia.
Mi dispiace molto per la tragica situazione che hai esposto, e spero che altri vostri prodotti non siano in una situazione così pessima.
Mario, non Marco
Tengo a precisare che quella di Ravenstock non è una situazione pessima: l'albo ha venduto sicuramente meno delle aspettative, ma se alle 178 copie vendute alla distribuzione aggiungiamo quelle vendute in fiera e tramite alcuni negozi "amici", a cui distribuiamo direttamente, superiamo abbondantemente le 400 copie. Che, più o meno, mi par di capire sia la media delle vendite anche di case editrici ben più conosciute (e pubblicizzate) di Arcadia. E che dovrebbero aumentare...
Era solo un esempio di come, tramite il mercato delle fumetterie, io abbia trovato impossibile pagare decentemente gli autori di un prodotto originale, ben fatto e che fatico a definire "di nicchia".CITAZIONE1 - Ford Ravenstock.
Avevo adorato il primo volume edito da Panini. Ho aspettato per un sacco di tempo il secondo e quando ho scoperto che era stato pubblicato, erano già passati 9 o 10 mesi dalla sua stampa. E' uscito anche il terzo? Davvero???
Ora vado subito ad ordinarlo in fumetteria. Però io sfoglio con attenzione Mega tutti i mesi e non me n'ero minimamente accorto.
beh... mi avessi detto Anteprima potrei anche capire. Ma, su Mega, le Edizioni Arcadia hanno -da un anno a questa parte- una pagina intera dedicata alle proprie uscite. Ora: non ho qui gli ultimi Mega, ma mi pare che Ravenstock fosse pubblicizzato a tutta pagina su quello di Aprile.
E questo è uno dei motivi per cui non rinnoverò il contratto con Mega: a quanto pare, i lettori (persino gli abbonati) sfogliano i cataloghi senza degnare di troppe attenzioni le case editrici che non siano Panini, Planeta, Star e Jpop.CITAZIONENon è che forse è mancata un minimo la promozione da parte vostra?
togli il "forse"... però, a parte la pubblicità su Mega (quella su Anteprima costa troppo cara) e la presenza a quante più fiere possibile, non saprei davvero cosa inventarmi (incontri nei negozi? dovrei aprire io i topic di discussione sui forum? in realtà, avevamo concordato una mostra di tavole originali a Fullcomics, ma è saltata per motivi indipendenti dalla nostra volontà)CITAZIONESto guardando ora il vostro sito internet e non è presente nemmeno li.
purtroppo il sito è diventato un problema: io non ho il tempo di seguirlo, e la persona che lo sta facendo (anche giustamente) non mi rompe abbastanza i coglioni.... io aggiorno quello del negozio, e lì FR2 c'è.CITAZIONE2) Parlando del sito internet, lo trovo molto povero. Al di là della grafica non troppo accattivante, c'è una mancanza di contenuti SPAVENTOSA.
Le Immagini delle copertine sono piccole e cliccandoci sopra non si ingrandiscono.
Le pagine interne degli albi sono completamente assenti. Se volessi farmi un idea dei disegni dell'albo non so dove sbattere la testa (visto che in fumetteria l'albo non lo trovo). Le spiegazioni sulle storie sono racchiuse in un paio di righe, e non ci sono nemmeno i link ai blog degli autori.
In pratica mi chiedete di comprare un albo a scatola chiusa...
quello prima (di sito) era anche peggio... Questo doveva essere un rattoppo temporaneo, in attesa di svilupparne uno fatto davvero bene. Ma, a parte il fatto che le vendite on-line sono abbastanza scarse (solo L'Insonne sfiora le 100 copie, gli altri nostri albi arrivano a malapena alla ventina), riusciamo a gestirci abbastanza bene con il sito della fumetteria, e non ho ritenuto il caso di spendere soldi che non ho per qualcosa che, nel medio/breve periodo, non porta utili. Tra l'altro, sul sito della fumetteria le immagini delle copertine si ingrandiscono. Sempre che le Edizioni Arcadia non chiudano definitivamente, il nuovo sito sarà comunque una delle priorità del prossimo anno.CITAZIONE3) Qui mi rivolgo non solo a voi, ma a tutti gli editori. Pubblicate roba figa. Ma VERAMENTE figa. Non è un discorso di essere esterofili, ma spiegatemi perché dovrei comprare un vostro albo quando in circolazione ci sono Fables, Atomic Robo, Chew, 20th Century boys, Taniguchi o tutti quei bellissimi albi Francesi.
Io spendo in media più di 200 € al mese in fumetti. Compro un sacco di roba. Ed ogni anno che passa la quantità di fumetti fichissimi aumenta.
Se le cose italiane migliori che si possano leggere sono quelle di Toppi, Magnus, Pratt, Micheluzzi, De Luca, Giardino, un motivo ci sarà no?
Ortolani e Gipi ce l'hanno fatto perché spaccano. Perché quando leggi un loro fumetto ti rimane impresso a vita.
Forse il problema non è che in Italia mancano gli Alan Moore, ma che non ci sono nemmeno i Robert Kirkman.
Questa è la mia filosofia di partenza. Mi sono sempre chiesto, leggendo un fumetto americano o giapponese non entusiasmante, cosa ci potesse aver trovato l'editore per dire: "sì, questo fumetto DEVE essere pubblicato anche in Italia!".
Ecco: quando mi sottopongono un progetto, quando leggo una nuova serie americana, deve scattarmi la molla "questo lo devo pubblicare: è troppo figo!". Altrimenti non mi ci metto neanche.
Certo: con i fumetti d'importazione è più facile, perché mi trovo davanti ad un prodotto già finito... con gli italiani, invece, mi trovo di fronte ad un soggetto ed ai nomi dei possibili disegnatori: poi magari la storia non riesce bella come sembrava all'inizio, o i disegni non sono all'altezza della bravura del disegnatore... e alla fine il prodotto potrebbe essere meno bello di quanto sembrava all'inizio.
Resto convinto di aver pubblicato alcuni fumetti memorabili (Self Service, Ravenstock, Loaded Bible, lo specialino di Giada...) e altri meno riusciti (questi, però, non li elenco: ricordo tutto quello che ho fatto, anche le cazzate, con immenso affetto), ma credo che il livello medio delle uscite Edizioni Arcadia sia decisamente alto.
Poi: è ovvio che il mio giudizio è e rimane il mio, e cose che io ritengo fighissime non piacciono a nessun altro (ho smesso di cercare di capire i gusti degli altri quando la mia ragazza mi ha detto che non le piace Zoolander... spero ancora, intimamente, che stesse scherzando!).. -
kettyformaggio.
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CITAZIONE (Kont3 @ 12/8/2010, 18:40)Grazie per tutte le informazioni.
Abbiamo capito che Cagliostro è una ass.cult e che la sua finalità è solamente quella di proporre nuovi fumetti e nuovi autori per semplice amore del fumetto e senza cercare profitto, ragion per cui gli autori non possono pretendere una adeguata retribuzione.
Ma gli altri editori?
Ma davvero nessuno dei medio piccoli è in grado di pagare adeguatamente un autore perché non rientrerebbe nemmeno dalle spese?
Ma se è questo lo stato del fumetto italiano e degli editori nostrani...di cosa stiamo parlando?
Questo non sembra nemmeno un settore economico (seppur in crisi) ma una banda di disperati che tira a campare tra mille mezzucci.
Se tutto ciò è vero questa discussione è morta in partenza e non arriverà a nulla, se non a piangersi addosso.
Mi rifiuto di pensarlo ma cosa vedo? Editori sempre ancorati alle vecchie logiche di produzione e distribuzione. Che l'unica forma di promozione che conoscono è il trafiletto nei cataloghi e lo stand alle fiere o scrivere in qualche forum. Che non hanno un minimo di risorse economiche. Che hanno siti internet che fanno piangere e non aggiornati. Che non hanno idea di cosa sia il Marketing o, se lo sanno, preferiscono ignorarne il significato.
Che i distributori fanno il bello e il cattivo tempo tanto nessuno dei nostri piccoli editori ha abbastanza forza contrattuale per imporregli logiche diverse.
Che le fumetterie fanno quello che possono, soprattutto per passione, ma sembrano un vecchio residuo bellico.
SVEGLIAAAA
Vorrei risollevarti da questo pessimismo che esprimii.
E' vero che il nostro è un paese disastrato, ma continuo a pensare che la qualità paghi, che il fumetto sia ancora un settore dove si fa carriera in maniera per lo più meritocratica. I piccoli editori e le associazioni non sono tutte uguali (ti basta vedere quelli che sono intervenuti nel topic) e con un buon prodotto in mano puoi puoi cercare ciò che è meglio per te.
Come dicevano Mario Taccolini e Luca Erbetta, la qualità è un obbiettivo che si devono proporre tutti, editori ed esordienti.
Non mancano gli esempi positivi di piccole produzioni che hanno visibilità e che portano lavoro. Ma tutto basato su solidissima qualità.
Riguardo a tutto il contorno del prodotto editoriale, haimè, hai ragione.
Affidatevi a gente in gamba, o proponete voi stessi idee e promozione che all'editore mancano.
Potrebbe essere utile.
Insomma... c'è da farsi il mazzo!!CITAZIONERo-Mario dice:
quello prima (di sito) era anche peggio... Questo doveva essere un rattoppo temporaneo, in attesa di svilupparne uno fatto davvero bene. Ma, a parte il fatto che le vendite on-line sono abbastanza scarse (solo L'Insonne sfiora le 100 copie, gli altri nostri albi arrivano a malapena alla ventina), riusciamo a gestirci abbastanza bene con il sito della fumetteria, e non ho ritenuto il caso di spendere soldi che non ho per qualcosa che, nel medio/breve periodo, non porta utili. Tra l'altro, sul sito della fumetteria le immagini delle copertine si ingrandiscono. Sempre che le Edizioni Arcadia non chiudano definitivamente, il nuovo sito sarà comunque una delle priorità del prossimo anno.
ARGH!!! dovreste allora fondere il sito della fumetteria con quello delle edizioni!!!
Fai in modo di reindirizzare il traffico del sito delle edizioni su quello della fumetteria.
Su, no è difficile, il tuo webmaster ci potrebbe riuscire in un oretta.
Mi piacerebbe parecchio avere qui anche i ragazzi del GGstudio e quelli di Doubleshot. Hanno fatto davvero delle belle cose ultimamente e sarebbe bello sentire il loro parere.
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OniBaka -.
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hahaha ketty smettila di farmi conosere piccole case editrici che poi vado a guardare i siti online, vedo i livelli dei lavori e mi deprimo!!!!!
comunque per quanto riguarda la pubblicità, li si che l'online fa miracoli se persino io grazie a Myspace anni fa ho cominciato a fare mostre in giro, poi non ci soo stato dietro ma lo start lo ha dato molto bene. -
MicGin.
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CITAZIONE[QUOTE=ketty]CITAZIONE (MicGin @ 11/8/2010, 01:52)Ci sono almeno tre livelli di mercato, che dobbiamo distinguere per capire che i relativi autori godono di status molto diversi, nel bene e nel male.
Livello edicole
Livello librerie di varia
Livello specializzato, fumetterie e manifestazioni.
Questi sono i principali. Ma ce ne sono anche altri.
Voi utenti vi riconoscete in queste tre categorie?
Quindi Michele, l'autore riceve un diverso trattamento in base al settore in cui pubblica?
Non crede che queste differenze dipendano invece dell'abito in cui si infilano le case editrici?
infatti all'interno di queste categorie che lei elenca ci sono delle forti differenze.
Bonelli-starcomics-Aurea-astorina...
tunue-rizzoli-beccogiallo...
molti piccoli editori...
tutti diversi.
Ora pongo una questione:
come dovrebbero fare gli esordienti o gli autori ad orientarsi in queste differenze?
Cosa sono le cose che un autore dovrebbe valutare se decide di rivolgersi a un editore o a un altro?
rieccoci!
era rimasta indietro questa questione, che mi consente anche di rivolgermi a Kont3
Sì, a mio avviso il diverso ambito, edicole, librerie e fumetterie/fiere comporta condizioni un po' diverse. Il motivo è anche abbastanza semplice: sono ambiti dove le regole di mercato sono diverse. Dove cambiano anche i metodi di produzione.
Insomma, mi sembra impossibile stabilire, come dire, "sindacalmente" che un autore non può essere pagato meno di tot euro a tavola, in modo assoluto.
Anche perché nell'ambito del fumetto, non dimentichiamolo, c'è anche un'importante componente amatoriale.
Appunto, delle associazioni si è detto. Ma ci sono anche autori che hanno già altri lavori, non hanno preoccupazioni economiche e non sono minimamente interessati ad una retribuzione, ma alla possibilità di pubblicare la propria opera, così come la vogliono.
Poi c'è un altro problema, e mi rivolgo proprio a kont3. senza dubbio puoi stigmatizzare le carenze degli editori. Ci mancherebbe! tutto sommato faccio da sempre parte del partito dei "critici", anche se con moderazione... quindi figurati.
All'amico Mario Taccolini esposi subito una serie di suggerimenti e consigli dopo aver visto i primi albi, perché è giusto essere sinceri con chi si stima. E Mario è una persona molto onesta e molto in gamba. E penso abbia giocato un mix di inesperienza, crudeltà distributiva e... qualità non sempre adeguata del materiale.
La qualità delle opere: questo è un punto cruciale.
Carissimi autori, giovani e non, è fondamentale imparare ad autovalutarsi e capire quanto la propria opera o il proprio talento è effettivamente all'altezza delle aspettative.
In tanti anni che visiono materiale di ogni tipo, ho trovato queste costanti:
- potenzialità medio alte
- capacità di presentarsi medio bassa
- disponibilità a correggersi scarsa
- progetti spesso ingenui e inadeguati
Alla fine, chi diventa professionista non è necessariamente il più bravo, ma quello che ha più costanza. Chi ha più costanza, alla fine, il mestiere lo impara.
Ho presente alcuni esordi inclassificabili di autori che poi sono diventati come minimo decenti, e di fumetti ci vivono.
Allora il punto cruciale è capire quanto si vale. Confrontandosi con colleghi, autori navigati, persone affidabili del settore.
Poi occorre capire cosa interessa fare. perché c'è l'autore che ha come obiettivo fare Dylan Dog. E non è detto che non ci riesca.
C'è quello che vuole fare il libro. E ci può riuscire.
Ci sono quelli che vogliono colorare o fare le copertine, e basta.
Quelli che vogliono solo disegnare o solo scrivere.
Occorre anche qui confrontarsi, sperimentare, lanciarsi, soffrire, imparare, correggersi, crescere.
Ma concretamente, come orientarsi?
- partire comunque da coloro che pubblicano i propri generi e personaggi preferiti
- partire da coloro che pubblicano le opere più affini
- non pretendere di pubblicare per forza, ma informarsi scrupolosamente su tutto
A questo punto:
- se ci si sente pronti, si presenta un progetto, già consapevoli delle condizioni che probabilmente si concorderanno
- se si capisce di non essere pronti, rivedere le proprie competenze, accettare i propri limiti e porsi la sfida di migliorarsi, esercitarsi, seguire corsi, studiare, con l'obiettivo di ripresentarsi in modo più credibile.
Se gli editori sono in generale quello che sono, non credete che gli autori siano molto meglio. E' un gatto che si morde la coda, un circolo vizioso.
E sono convinto che: o il fumetto cresce tutto assieme, in tutte le sue componenti, o dubito che la situazione, pur non essendo disastrosa, possa soddisfare tutte le aspettative.
Edited by kettyformaggio - 12/8/2010, 21:17. -
*asu*.
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editori cari, vorrei dirvi solo due cosette piccie picciò senza bacchettarvi troppo né lanciarvi gessetti °-° anche se sarebbe divertente realizzare a che punto sta la mia mira
-pessima- (potrei beccare un innocente)
il lettore va invogliato perché quello italiano in primis è maledettamente pigro (in tutto, figuriamoci a tirare fuori il portafoglio e pagare), se non avete un nome tipo miyazaki da sfoderare dal cappello a cilindro, è ancora più doveroso preoccuparsi di promuoverlo...
se la distribuzione vi taglia le gambe aggiratela, usate internet
abbiate cura delle vostre vetrine, un sito pulito chiaro ordinato e aggiornato è la prima cosa da fare non l'ultima!!!
frequentare i forum del settore tipo KINART OLÈ! XD e tenerli aggiornate con le uscite accattivando i propri post con immagini è buttare acqua al vostro mulino. regalare cartoline segnalibri e poster e/o quant'altro in allegato al volumetto è invogliare la vendita alle fiere...
avere uno stand decoroso, pulito, ben curato ma soprattutto ben segnalato è ABC della vendita fieristica.
mandare un autore in una fumetteria e abbellirla di poster dell'opera e promuovere la loro presenza con un margine di tempo aumenterà la vendita del prodotto stesso... ho visto ragazzi buttati in angoletti che disegnavano e non si capiva nemmeno per cosa! @@' cacchio, è assurdo anche solo sbattersi a disegnare per il nulla!
ragazzi sul serio ci sono poche regolette base per un discreto marketing e non hanno costi esorbitanti, l'ho provato io stessa con l'autoproduzione... alle fierette piccine ha funzionato.
promuovere le proprie uscite su internet ha un costo apri allo zero! Ma perdiana, sbattetevi a farlo. è inutile pagare Anteprima se non si tiene il proprio sito aggiornato e decente.
il primo stracosta il secondo quasi niente, (solo hosting e dominio annuo).
costa solo tempo e scusate... se qui tutti lo fate per passione è impossibile non l'abbiate per fare al meglio il vostro lavoro.
sinceramente gradirei capire come funziona la distribuzione perché temo e ho sentore sia il problema basilare... perché fare quello che hanno fatto Soleil e Delcourt è impensabile in Italia? Luca lo dicevi tu se non erro...
[QUOTE=MicGin,12/8/2010, 20:33]
[QUOTE=ketty]CITAZIONE (MicGin @ 11/8/2010, 01:52)Ci sono almeno tre livelli di mercato, che dobbiamo distinguere per capire che i relativi autori godono di status molto diversi, nel bene e nel male.
Livello edicole
Livello librerie di varia
Livello specializzato, fumetterie e manifestazioni.
Questi sono i principali. Ma ce ne sono anche altri.
Voi utenti vi riconoscete in queste tre categorie?
livello web...
#.# io sono un caso umano al limite.. -
xelakajoji.
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CITAZIONE (Chas @ 12/8/2010, 12:14)grazie a giorgio messina, però una precisazione
utili e associazione non vanno d'accordo...chiamiamoli proventi, chiamiamoli guadagni, ma l'utile è proprio SOLO delle società commerciali
il guadagno di un'Associzione va a comporre il suo patrimonio, che può essere solo
1) utilizzato per le finalità dell'Associazione
2) donato all'atto dello scioglimento dell'Associazione, come disposto in atto costitutivo e/o statuto
anche un Editore persona fisica, o Società di Persone o di Capitali diversa dalla spa ha come finalità il profitto, ergo anche loro devono retribuire gli autori....perché solo le società di capitali?
quanto alla privacy...beh ha ragione McGin, solo nell'atto costitutivo ci sono dati, che peraltro NON sono dati sensibili...anzi lo Statuto deve essere mostrato a tutti coloro che intendono farsi soci
inoltre, è diritto di chiunque contratti con chi si dichiari rappresentante di qualcuno o qualcosa chiedere e ottenere la prova dei suoi poteri e dei limiti di questi...il codice civile parla chiaro
una curiosità chas.
ma visto che i patrimoni dell'associazione vanno usati solo per le finalità dell'associazione... i soci dell'associazione possono chiedere un rendiconto sugli effettivi utilizzi di tali incassi?
una curiosità chas.
ma visto che i patrimoni dell'associazione vanno usati solo per le finalità dell'associazione... i soci dell'associazione possono chiedere un rendiconto sugli effettivi utilizzi di tali incassi?
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