IL MALE: Si pagano o no gli artisti?

Tavola Rotonda fra autori

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  1. kettyformaggio
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    Forse non è proprio attinente al discorso pagamenti, ma visto che si infila in tutti i discorsi che abbiamo fatto nei giorni passati io vi riporto questo post di Roberto Recchioni. Magari può portarvi a delle riflessioni.
    http://prontoallaresa.blogspot.com/2010/09/nati-ieri.html

    CITAZIONE
    2.9.10
    Nati Ieri.

    A leggere quello che si scrive su internet, sembrano chiare due cose:
    - che c'è una crisi del settore dei fumetti senza precedenti.
    - che lavorare nel nostro settore è molto più difficile oggi che tempo fa.

    Sulla prima affermazione ho da sempre i miei dubbi.
    Come dicevo nel post precedente http://prontoallaresa.blogspot.com/2010/09/e-cominciamo.html , sono sedici anni che faccio questo mestiere e ho sempre sentito parlare di questa crisi. Però, da quando ci lavoro, non ho mai visto il mercato contrarsi. L'ho visto languire o espandersi (a volte anche irragionevolmente) ma contrarsi mai. Certo, talune case editrici hanno ridotto la portata delle loro produzioni e alcune hanno persino cessato l'attività, ma per ogni proposta o casa editrice che è finita a mangiare la polvere, ne ho viste almeno altre due prendere il loro posto.
    Questo non significa che il mercato non abbia problemi e che non si potrebbe fare di più e di meglio (ma di questo ne discuteremo poi) ma io continuo ad avere l'impressione che se una crisi esiste, è la crisi più lenta del mondo.
    Poi sia chiaro: è verissimo che, per esempio, i fumetti Bonelli, specie i numeri uno delle nuove testate, vendono meno di un tempo.
    Ma è pure vero che, rispetto a un tempo, la frequenza delle proposte è aumentata, i numeri uno si sono moltiplicati e quello che una volta era un evento catalizzatore, oggi non lo è più.
    Mi piacerebbe poi sapere quanti sono i fumetti venduti complessivamente in un anno in Italia, tenendo conto del venduto di tutte le case editrici e delle iniziative come gli allegati ai quotidiani.
    E mi piacerebbe un sacco comparare questa cifra con quella degli anni passati, per capire se davvero il fumetto in generale è in crisi, o se si tratta solo di singole realtà che hanno dei problemi anche a causa di una frammentazione di lettori sempre più specializzati e "spalmati" su di un'offerta eccessivamente vasta.
    Comunque sia, tutti questi sono discorsi accademici di scarsa rilevanza perché, anche se la crisi non dovesse realmente esistere nei numeri, esiste nella percezione degli addetti ai lavori e del pubblico più attento, quindi, è come se esistesse davvero.
    Perché l'immagine che il settore fumetto proietta fuori è quella di una realtà in seria difficoltà e questo comporta che se anche ci dovesse essere gente pronta a investirci sopra, vedendo come ci vendiamo ci penserebbe due volte o lo farebbe con molta, molta, cautela.
    Quindi, diamo per assodato che una crisi, o gli effetti di una crisi, ci siano e andiamo avanti, passando alla seconda affermazione, quella che vuole che oggi sia più difficile lavorare nei fumetti.

    Facciamo un salto indietro nel passato, ok?
    Uno piccolo, in modo che non possiate dirmi che erano altri tempi.
    Andiamo a sette anni fa, nel giugno del 2003, all'arrivo in edicola di John Doe.
    Com'era il mercato allora?

    - Non c'erano le miniserie Bonelli e l'idea non era nemmeno nell'aria. L'ultima serie varata dalla casa editrice di Via Buonarroti era del 2002 e si trattava di Gregory Hunter, una testata sopravvissuta per appena 17 mesi.

    - L'unico altro bonellide in edicola era Lazarus Ledd che però era passato alla bimestralità.

    - L'Astorina faceva il suo e lo stesso le Edizioni Paoline.

    - La Disney era ancora, apparentemente, forte. Purtroppo si trattava di un'illusione che nell'arco di un paio di anni si sarebbe dissolta come neve al sole e la casa editrice del topo sarebbe finita per ridurre fortemente il suo parco testate e la sua rilevanza produttiva.

    - Coniglio cercava di barcamenarsi.

    - L'unica casa editrice "alternativa" che produceva con continuità materiale italiano per il mercato delle librerie specializzate, era la Coconino. Che stava già cercando, faticosamente, di entrare nel mercato delle librerie di varia, con scarsi risultati fino a quel punto.

    Che altro?
    Niente. Ecco che altro.
    Come vanno le cose oggi?

    - La Bonelli produce nuove miniserie e altre proposte a getto continuo.

    - Ci sono sempre almeno tre o quattro bonellidi in edicola.

    - L'Astorina fa il suo e qualcosa di più. Le Edizioni Paoline continuano come sempre.

    - La Disney si sta, faticosamente, riprendendo.

    - Coniglio cerca di barcamenarsi.

    - Ci sono più di una decina di editori di medio e piccolo livello che producono materiale italiano (a che condizioni vedremo poi ma, intanto, lo producono) per le librerie specializzate e quelle di varia.

    - Editori di solito legati alla semplice riproposizione di materiale comprato dall'estero, ogni tanto, si arrischiano nel produrre qualcosa.

    E, secondo voi, è più difficile lavorare* oggi che soli sette anni fa?
    Ma quando siete nati? Ieri?




    *lavorare, non camparci... camparci è un discorso che merita una serie di approfondimenti a parte.

     
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  2. Luca Erbetta
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    Sono abbastanza d'accordo con quello che dice Recchioni, ma ci sono un paio di punti che, a mio avviso, andrebbero chiariti.

    CITAZIONE
    Come dicevo nel post precedente http://prontoallaresa.blogspot.com/2010/09/e-cominciamo.html , sono sedici anni che faccio questo mestiere e ho sempre sentito parlare di questa crisi. Però, da quando ci lavoro, non ho mai visto il mercato contrarsi.

    Beh, è assodato che i fumetti, americani, ad esempio, vendevano molto di più, allora, e in Italia c'erano alcune proposte di discreto successo come Esp e Demon Hunter. La Star lanciava Hammer e Samuel Sand.

    CITAZIONE
    Poi sia chiaro: è verissimo che, per esempio, i fumetti Bonelli, specie i numeri uno delle nuove testate, vendono meno di un tempo.

    In realtà non erano solo i numeri 1 a vendere, ma anche i 2, 3, 4, 5...
    E poi, in quel periodo, testate come Nathan Never vendevano 200.000 copie.
    Oggi, se si arriva a 35.000 con una nuova miniserie è un miracolo.

    CITAZIONE
    Come vanno le cose oggi?

    - La Bonelli produce nuove miniserie e altre proposte a getto continuo.

    Vero. Ma è bene ricordare che, Bonelli, negli ultimi anni ha chiso le seguenti serie REGOLARI:
    Mister No, Jonathan Steel, Legs Weaver, Napoleone, Nick Raider, e, per ultima, Magico Vento.
    E Martin Mystère è diventata bimestrale.
    Non so se Bonelli produca, all'anno, lo stesso numero di pagine di allora...

    Detto questo sono d'accordo con quanto dice nella seguente affermazione.
    CITAZIONE
    Mi piacerebbe poi sapere quanti sono i fumetti venduti complessivamente in un anno in Italia, tenendo conto del venduto di tutte le case editrici e delle iniziative come gli allegati ai quotidiani.
    E mi piacerebbe un sacco comparare questa cifra con quella degli anni passati, per capire se davvero il fumetto in generale è in crisi, o se si tratta solo di singole realtà che hanno dei problemi anche a causa di una frammentazione di lettori sempre più specializzati e "spalmati" su di un'offerta eccessivamente vasta.

    In questi 15 anni c'è stata l'esplosione dei manga, che si sono portati via una notevole fetta di mercato, a scapito di fumetti Italiani e Americani.

    Bisognerebbe rifletter sul perché questo è accaduto e come fare per invertire la tendenza.
     
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  3. Faureiana
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    CITAZIONE (Luca Erbetta @ 3/9/2010, 11:08)
    In questi 15 anni c'è stata l'esplosione dei manga, che si sono portati via una notevole fetta di mercato, a scapito di fumetti Italiani e Americani.

    Bisognerebbe rifletter sul perché questo è accaduto e come fare per invertire la tendenza.

    marketing e un'intelligenza promozionale mica da ridere tra gadget, cartoon, pupazzetti, magliette e tutta la loro fuffa che accompagna un fumetto o anche solo un personaggio.

    cosa che secondo me hanno ben compreso Canepa e Barbucci, campando da DIECI anni con TRE volumi da 46 pagine... TRE.
    E la storia non è finita...
    A Frezzato hanno fatto il c**o e gli è toccato tranciare I custodi del Maser da 9 a 6, mentre loro hanno spinto dalla parte giusta tenendo vivo il "mood" con altra roba, ripetuta, ritrattata, rivista, riconfezionata...ma sempre tre volumi in dieci anni sono.
    Roba che un lettore affezionato che vuol sapere come va avanti si impiccherebbe...eppure...

    Perchè bisognerebbe "invertire" la tendenza? Il lettore puo' e deve comprare ciò che vuole... se loro sono piu' bravi a centrare il volere del pubblico (di quasiasi età sia) con i loro prodotti è giusto che vendano di più. :) Certo, come dicevo qualche post fa, bisognerebbe cominciare ad "educare alla lettura" i bambini ... a scuola magari... :)
     
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  4. foolys
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    CITAZIONE (Faureiana @ 3/9/2010, 11:26)
    cosa che secondo me hanno ben compreso Canepa e Barbucci, campando da DIECI anni con TRE volumi da 46 pagine... TRE.
    E la storia non è finita...

    unico appunto (dal mio oblio, ma solo perchè li conosco bene hehe): posso assicurarti che Barbucci e Canepa non si sono affatto agiati in quei tre volumi... non hanno smesso di lavorare un attimo su altre cose che magari non hanno avuto lo stesso effetti dirompente. In questi dieci anni hanno fatto una serie a fumetti nuova (Monster Allergy), seguito due volumi extra di skydoll, Alessandro ha disegnato molte cose, ha fatto il character design di una serie nuova, di cui farà anche gli storyboard, ha creato CHOSP, di cui è al lavoro del secondo volume, Barbara ha "solo solo" varato e creato una collana nuova per Soleil, che ha già all'attivo diversi volumi... e ci sono molte molte altre cose...

    se questo è campare con tre volumi... :DDDD nessun disegnatore campa di rendita. o si lavora o si lavora...
     
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  5. Faureiana
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    .......... guarda che lo portavo come esempio positivo.
    é innegabile che il loro successo, perdonami, sia dovuto a Sky Doll e al suo "sfruttamento".
    Cio' gli ha permesso di dedicarsi ad altre cose...

    lo so cosa fanno, ma mi vuoi dire che senza l'impero che hanno fatto con Sky Doll si sarebbero potuti permettere di spaziare così tanto nei loro interessi...?

    io non credo.

    Ma ti ripeto, era un esempio di cosa può produrre un effetto di marketing intelligente su un fumetto: lunga vita e sempre vivo interesse. Cosa che mi sembra di capire, si sta lamentando la carenza in altri meandri del fumetto italiano. :)
     
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  6. foolys
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    sì, capisco le tue intenzioni... ma secondo me poteva essere fuorviato nel fare "illudere" qualcuno che si può anche vivere a sbafo per dieci anni... e, semplicemente, per quanto bello, non è così. non è così per loro, figuriamoci per noi poveri mortali :) purtroppo, dobbiamo essere realistici
     
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  7. Faureiana
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    ...penso proprio che tu stia ampiamente sottovalutando le persone che leggono e che partecipano alla discussione.
    Tanto se poi pensano quello non saro' certo io e nemmeno tu a fargli cambiare idea. Barbucci e Canepa fanno ampia pubblicità di TUTTO quello che fanno, quindi non vedo come si possa realmente fraintendere in quel modo.


    Certo che quando si fanno due nomi intervieni eh... ;)

    Qua di persone illuse ahimè ne vedo un po' poche, tanto che un po' tutti stiamo ribadendo che con il fumetto solo e puro nessuno ci mangia. Figuriamoci...
     
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  8. foolys
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    fau, mi sa che stai sottovalutando tu allora... mancherò da un po' dal forum ma non puoi certo venirmi a dire che non so come funzioni... no? ho fatto un discorso realistico e chiaro, per tutti, non solo per chi può seguire o no le faccende di alessandro e barbara nei blog o cose del genere, dato che in italia è arrivato molto poco di quello a cui ho fatto cenno io. dire che hanno campato per dieci anni con tre volumi è oggettivamente una notizia non vera. ho solo fatto una precisazione.
     
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  9. Faureiana
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    si ok Sergio, se vuoi capire quello che vuoi tu, ok...

    Hai ragione.
     
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  10. foolys
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    va bene Fau, ti ringrazio per avermi accolto dopo così tanto tempo in questo modo :)

    mi spiace avere fatto una stupida precisazione.
     
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  11. Faureiana
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    Tra tutto quello che si è scritto, hai fatto "solo una precisazione" ma guardacaso solo su quello.
    Tra l'altro travisato ampiamente...

    dovevo accoglierti...?

    va beh, direi che stiamo uscendo dalla discussione per una stronzata.
    Come sempre, ho detto la mia ponendo un punto di riflessione, ripeto, POSITIVO, su un interrogativo di Erbetta...ma ho di meglio da fare che replicare e spiegare ogni volta parola per parola........
     
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  12. foolys
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    fau... stai esagerando... e di brutto... fare una precisazione non vuol dire fregarsene di quello che hai detto, significa fare una precisazione, e basta. non sentirti così attaccata, e si, siamo decisamente offtopic, facendo una bella mostra di noi :)
     
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  13. Luca Erbetta
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    CITAZIONE
    Perchè bisognerebbe "invertire" la tendenza? Il lettore puo' e deve comprare ciò che vuole... se loro sono piu' bravi a centrare il volere del pubblico (di quasiasi età sia) con i loro prodotti è giusto che vendano di più.

    Perché???? Sono 34 pagine che si sta dicendo che il fumetto italiano non vende, e mi chiedi perché dovremmo cercare di invertire la tendenza?
     
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  14. Faureiana
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    intendevo perchè dovrebbero smettere di comprare manga per prendere un fumetto italiano.
    potrebbe imparare a comprare ANCHE un fumetto italiano....U_U
     
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  15. Luca Erbetta
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    Forse per comprare un fumetto italiano dovrebbero trovare quello che trovano nel Manga.
    E per questo che dicevo: "Bisognerebbe riflettere sul perché questo è accaduto e come fare per invertire la tendenza".

    Forse gli autori e dli editori dovrebbero seriamente sperimentare di più.
    Vi rendete conto che per leggere un fumetto sull'antica Roma dobbiamo comprare materiale Francese o Giapponese?
    E per una serie sugli dei greco-romani dobbiamo cercare in Giappone o alla Marvel?

    Meditate, gente, meditate...
     
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859 replies since 14/6/2010, 18:27   25270 views
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