Dylan Dog

di Tiziano Sclavi

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  1. Jim_Crow
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    CITAZIONE (*Wagner * @ 3/4/2009, 20:33)
    Beh...il protagonista è un ragazzino che si allontana da casa a causa di un padre manesco.

    Certo uno Sclavi o una Barbato avrebbero rimarcato di più la faccenda ma non significa che il protagonista abbia una vita familiare idiliaca.

    Non è questione di rimarcare, è che semplicemente non ci vedo critica sociale in quelle vicende famigliari.
    Di cose del genere se ne trovano praticamente nel 90% dei fumetti :unsure: .
     
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  2. *Wagner *
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    CITAZIONE (Jim_Crow @ 3/4/2009, 20:41)
    CITAZIONE (*Wagner * @ 3/4/2009, 20:33)
    Beh...il protagonista è un ragazzino che si allontana da casa a causa di un padre manesco.

    Certo uno Sclavi o una Barbato avrebbero rimarcato di più la faccenda ma non significa che il protagonista abbia una vita familiare idiliaca.

    Non è questione di rimarcare, è che semplicemente non ci vedo critica sociale in quelle vicende famigliari.
    Di cose del genere se ne trovano praticamente nel 90% dei fumetti :unsure: .

    E qui siamo a cosa si intende per critica sociale. Per me una storia che parla di un ragazzo che scappa di casa a causa del padre che picchia lui e la madre e che si arragngia come può in strada è critica sociale, così come una storia che parli di solitudine, di incomunicabilità delle persone, ecc.ecc.

    Storie che su Dyd e da altre sono state affrontate più e più volte e millemila volte meglio, su questo nulla da dire (Sclavi sull'incomunicabilità e sulla solitudine ci ha scritto capolavori come ad esempio "Memorie dall'invisibile").
     
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    Non mi basta leggere soltanto, seguo news e ogni tweet di chi lavora nel fumetto.

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    CITAZIONE (*Wagner * @ 3/4/2009, 20:55)
    CITAZIONE (Jim_Crow @ 3/4/2009, 20:41)
    Non è questione di rimarcare, è che semplicemente non ci vedo critica sociale in quelle vicende famigliari.
    Di cose del genere se ne trovano praticamente nel 90% dei fumetti :unsure: .

    E qui siamo a cosa si intende per critica sociale. Per me una storia che parla di un ragazzo che scappa di casa a causa del padre che picchia lui e la madre e che si arragngia come può in strada è critica sociale, così come una storia che parli di solitudine, di incomunicabilità delle persone, ecc.ecc.

    Storie che su Dyd e da altre sono state affrontate più e più volte e millemila volte meglio, su questo nulla da dire (Sclavi sull'incomunicabilità e sulla solitudine ci ha scritto capolavori come ad esempio "Memorie dall'invisibile").

    secondo me si può fare critica sociale anche solo attraverso una vignetta o una serie di pochi baloon, non per forza con tutta la storia incentrata su uno specifico tema. spesso quella velata tra l'altro fa pensare 1000 volte di più di quella esplicita.
     
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  4. Jim_Crow
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    CITAZIONE (dy|an @ 3/4/2009, 21:00)
    CITAZIONE (*Wagner * @ 3/4/2009, 20:55)
    E qui siamo a cosa si intende per critica sociale. Per me una storia che parla di un ragazzo che scappa di casa a causa del padre che picchia lui e la madre e che si arragngia come può in strada è critica sociale, così come una storia che parli di solitudine, di incomunicabilità delle persone, ecc.ecc.

    Storie che su Dyd e da altre sono state affrontate più e più volte e millemila volte meglio, su questo nulla da dire (Sclavi sull'incomunicabilità e sulla solitudine ci ha scritto capolavori come ad esempio "Memorie dall'invisibile").

    secondo me si può fare critica sociale anche solo attraverso una vignetta o una serie di pochi baloon, non per forza con tutta la storia incentrata su uno specifico tema. spesso quella velata tra l'altro fa pensare 1000 volte di più di quella esplicita.

    Vero.
    Tuttavia non mi sembra questo il caso.
    Ripeto, ci ho visto molta più critica sociale nel numero precedente.
    E ci tengo a precisare che il fatto che ci sia non è automaticamente un bene; oltre a inserirla, bisogna saperla fare (e il numero precedente diciamo che non l'ha fatto in maniera assolutamente brillante...).
    Apprezzo lo sforzo comunque.
     
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  5. Jim_Crow
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    Comunque, che siate maledetti, mi avete fatto tornare alla mente Memorie dell'invisibile.
    Adesso so già che in serata me lo rileggerò e mi commuoverò :( .
     
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  6. Fiol
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    M'avete incuriosito, magari lo piglio....
    Il numero che mi fa più commuovere è Johnny Freak :cry:
     
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  7. *Wagner *
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    CITAZIONE (Jim_Crow @ 3/4/2009, 22:25)
    CITAZIONE (dy|an @ 3/4/2009, 21:00)
    secondo me si può fare critica sociale anche solo attraverso una vignetta o una serie di pochi baloon, non per forza con tutta la storia incentrata su uno specifico tema. spesso quella velata tra l'altro fa pensare 1000 volte di più di quella esplicita.

    Vero.
    Tuttavia non mi sembra questo il caso.
    Ripeto, ci ho visto molta più critica sociale nel numero precedente.
    E ci tengo a precisare che il fatto che ci sia non è automaticamente un bene; oltre a inserirla, bisogna saperla fare (e il numero precedente diciamo che non l'ha fatto in maniera assolutamente brillante...).
    Apprezzo lo sforzo comunque.

    Dyd ha sempre avuto una forte componenente sociologica, è uno dei temi narrativi che ricorre spesso in Sclavi. Certo un conto è che questa componente sia trattata da Sclavi, un altro che sia trattata da Marzano o da Di Gregorio. In questa componente spiccano per forza tratti di critica sociale, magari quelli che più sono sotto gli occhi in quel momento come può esserlo il tema delle violenze familiari. Il risultato di tutto sta a come viene trattato l'argomento. La critica alle baronie universitarie fatte da Di Gregorio nel numero precedente mi è risultata stucchevole, fredda e perfino forzata in determinati passaggi. Il personaggio di Dylan Dog non viene trattato come punto di vista privilegiato dal quale far risultare l'anomalia dell'andazzo comune bensì come vecchio trombone che entra prepotentemente nella vita altrui per ammonire i loro comportamenti, col risultato di andare a finire a parteggiare col professore schiavista. E senza neanche uno straccio dell'ironia con la quale Sclavi avrebbe condito il tutto. Marzano fa un'operazione diversa. Usa Dylan per bloccare il braccio del genitore che sta per picchiare il figlio (pag. 14) ma non gli fa dire alcunchè su come un genitore dovrebbe comportarsi col figlio, limitandosi solo all'avviso dell'interessamento del bobby di quartiere alla vicenda. Il risultato è diverso, si parteggia per il figlio, non per il padre manesco.
     
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  8. *Wagner *
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    Soggetto e Sceneggiatura: Giovanni Di Gregorio
    Disegni: Ugolino Cossu
    Copertina: Angelo Stano

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    Faccio una premessa doverosa: ho sempre considerato Cossu uno tra i peggiori disegnatori di Dylan Dog. Mi spiego meglio: rispetto ad altri disegnatori che hanno calcato le scene dylandoghiane Cossu con le sue tavole piatte ed i suoi personaggi inespressivi (per la maggior parte delle volte) mi rendeva indigeste anche storie del sommo.

    La premessa era dovuta perchè ritengo questa LA PEGGIORE STORIA DI DYLAN DOG MAI PUBBLICATA FINORA. E non si tratta del disegnatore che appiattisce la storia, qui la storia non esiste proprio. Prendendo come banale pretesto una maledizione marinara Di Gregorio riesce, non si sa come, a farsi pubblicare una "non storia" dove Dylan fa la figura della comparsa, dove gli altri personaggi non assurgono al ruolo di protagonisti, dove la soluzione del giallo si capisce già alla presentazione del personale del museo e dove i dialoghi sono quanto di più insulso sia stato letto finora (ma seriamente Dylan pensa "Eccomi a Plymouth, uno dei più importanti porti d'Europa...e quello immagino che sia il mio prossimo caso" per farci capire come viene impostata la storia? E come se, andando a Lucca per i comics pensassi "eccomi a Lucca, la capitale del fumetto in Italia, dove penso che riuscirò a trovare i fumetti che mancano alla mia collezione").

    Ma Di Gregorio cosa pensa, che siamo degli idioti?

    Salvo solo la copertina di Stano.

    Ma c'è un altro punto che mi fa pensare. Dylan Dog è diventato uno tra i fumetti più venduti in Italia per l'opera di Tiziano Sclavi, per le sue storie innovative e per il suo linguaggio autoriale. Non per ciofeche come queste. Se la serie fosse partita con "La strage dei Graham" piuttosto che con "L'alba dei morti viventi" staremmo parlando di un fumetto che sarebbe durato si e no 3 numeri.

    Se alla Bonelli non hanno più interesse per il personaggio è preferibile chiudere col numero 300 piuttosto che farlo morire per inedia
     
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  9. spac
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    Dico la mia...che quasi è quello che ha detto Wag (per questo ti ho chiesto di recensire,sei più bravo di me a dire cosa non va e con un linguaggio indubbiamente migliore ;))...Dylan poteva anche non esserci,potevo esserci io e alla scoperta dell'indizio concreto e materiale (chi ha letto sa a chè mi riferisco) avevo risolto il caso...cmq,a parte la mancanza di un protagonista io mi soffermerei anche sul movente che è quanto di più stupido si possa immaginare: cioè,non è un uomo che coglie l'occasione per fare soldi,è un uomo che crea l'occasione,commette omicidi su omicidi per motivi tutt'altro che comprensibili...un puro pretesto per uccidere qualcuno,ecco.
    Inoltre la scena "onirica" (se così vogliamo chiamarla) in cui Dylan sulla Sovereign incontra una ciurma di morti viventi è assolutamente priva di ogni significato...
    In sostanza un gialletto mediocre che più mediocre non si può,che poteva avere per protagonista chiunque (e sottolineo chiunque) e che non ha nè capo nè coda...
     
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    fa male vedere una delle colonne portanti del fumetto italiano trattato a pesci in faccia...
     
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  11. Shelidon
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    Grazie Wagner per la succosa recensione. Il paragone con Lucca merita di rimanere negli annali.
     
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  12. *Wagner *
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    CITAZIONE (Shelidon @ 3/5/2009, 19:03)
    Grazie Wagner per la succosa recensione. Il paragone con Lucca merita di rimanere negli annali.

    Prego.

    Ed io che pensavo di stare a scrivere una cavolata mentre facevo il paragone con Lucca. :P :lol:
     
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  13. *Wagner *
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    Soggetto e Sceneggiatura: Giancarlo Marzano
    Disegni: Giovanni Freghieri
    Copertina: Angelo Stano

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    Era impossibile fare peggio del mese precedente, ed infatti Marzano se la cava con un albo che strappa un dignitoso 6. Le premesse ci sono tutte: un "tranquillo" viaggio in treno si trasforma in una vicenda horror quando un incidente in una galleria seppellisce vivi i passeggeri. Con un incipit del genere l'autore avrebbe dovuto lavorare di più sulle caratterizzazioni dei personaggi, andando a mostrarci gli aspetti più deleteri dell'essere umano quando viene posto in condizioni di estrema sopravvivenza, facendo così sfociare la storia nell'orrore reale. Ed invece opta per l'orrore sovrannaturale finendo per ricalcare situazioni mostrate poche pagine prima ed andando a stereotipizzare i personaggi. Insomma un'ottima occasione sprecata, anche perchè i disegni di Freghieri riescono a rendere perfettamente il dramma vissuto. Peccato.
     
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  14. Fun Boy
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    La copertina di ricorda qualcosa... Ma non riesco a capire cosa...
     
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    amo freghieri...
    ma perchè buttarlo via con robaccia...
     
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627 replies since 12/7/2007, 10:57   3615 views
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