Libri: ultime letture e vecchi ricordi

libri libri libri

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    Super intelligenza, il Deep Blue dei fumetti!

    Group
    Member
    Posts
    1,564
    Reputation
    +7
    Location
    Pianventena (RN)

    Status
    Offline
    strephon-kaplan-williams-il-potere-dei-sogni
    Strephon Kaplan-Williams - Il potere dei sogni
    Dreamwork (1990)

    Xenia Edizioni e Servizi, Milano, 2008,
    traduzione di Christina Kutulaki e Anna Lamberti-Bocconi,
    13x19,5 cm, 125 pp.,
    ISBN 9788872730607.


    Viaggiare nei sogni per risvegliarsi alla vita: perché l’io possa liberarsi dei conflitti e servire la Fonte da cui i sogni provengono.
    ► All’origine del viaggio: gli Archetipi
    ► L’io, l’Inconscio e la Fonte dei sogni
    ► I sette modelli base del lavoro sui sogni
    ► Sogni e guarigione: una via verso il Sé.

    A differenza di quel che un lettore che non conosce Kaplan-Williams e la sua filosofia si potrebbe aspettare circa il lavoro sui sogni, questo volume non aiuta a interpretare i sogni (né a fornire i numeri da giocare al lotto in base a quanto sognato, a tal scopo ci pensa già lo Stato a riempirsi le tasche a scapito dei cittadini) bensì ad attualizzarli. L'attualizzazione dei sogni è una pratica che permette di rivivere i sogni e assumere i loro contenuti nella vita di ogni giorno. Ciò per riassumere in poche parole la visione di Kaplan-Williams, e dei centri Jungian-Senoi che la praticano. Personalmente ero totalmente all'oscuro di tutto ciò ma rimasi colpito dal potenziale di evoluzione e crescita personale che uno studio con un approccio psico-filosofico sui propri sogni potesse apportare alla propria vita. Ben presto mi accorsi però che tale studio, in realtà, verteva verso un approccio mistico, onirico. Ed essendo io una persona profondamente scettica, più procedevo con la lettura e più perdevo l'interesse. Il libro, oltre a spiegare quali siano i poteri dei sogni, offre anche spiegazioni su come avviare un proprio percorso personale di studio, invitando persino ad affrontare alcuni compiti per addentrarsi nell'attuazione dei sogni. C'è del potenziale, lo ammetto, alcune teorie le ho trovate condivisibili, ma il tutto perde personalmente di credibilità giacché uno dei primi step consiste nel rientro nel sogno, e ciò avviene tramite "uno stato meditativo col quale si retrocede nel sogno, partendo dallo stato di veglia per rivivere il sogno più pienamente e dargli una soluzione", dandomi la sensazione che sia un gioco d'immaginazione olistico. Se sognare a occhi aperti fosse la soluzione ai propri problemi, sarei già l'uomo più completo e felice del mondo!

    Voto: 2/5.


    QUI ho raccolto un po' di citazioni:
    1646578273251logo2
    CITAZIONE
    I sogni non sono al servizio dell'io, è l'io che deve servire i sogni e la fonte da cui hanno origine.

    CITAZIONE
    La coscienza è il risultato dell'esperienza e non può precederla.

    CITAZIONE
    Sogniamo per risvegliarci alla vita, perché la vita ci addormenta con il peso delle sue esigenze.

    CITAZIONE
    [...] il viaggio è non ciò che vi aspettate ma ciò che ottenete.

    CITAZIONE
    Liberate ciò che vi fa paura, non vi spaventerà più. Rinchiudete ciò che vi fa paura, vi terrorizzerà per sempre.

    CITAZIONE
    I sintomi fisici spesso simbolizzano altre dinamiche attive in noi stessi. Se riusciamo ad arrivare a esse, i nostri sintomi spariscono.

    CITAZIONE
    I missili nucleari sono stati costruiti da una coscienza mascolinizzata a dismisura che ha sempre considerato il potere e il dominio i modi giusti per proteggere le nazioni, anziché utilizzare i valori femminili della creatività della relazione per legarle insieme.

    CITAZIONE
    Notate che i sogni non danno risposte. I sogni sono domande che richiedono risposte, non risposte che danno sicurezza. Questo lavoro tocca a noi.

    CITAZIONE
    Pensare che la maniera migliore di gestire la vita sia quella di controllarla è un errore.

    CITAZIONE
    Gli atteggiamenti sono delle regole create da schemi inconsci che hanno reagito a eventi passati. Quando siamo feriti, assumiamo un atteggiamento per giustificare la nostra chiusura nei confronti della vita. Ma perché bisogna agire nel presente basandosi su come si è funzionato nel passato?

    CITAZIONE
    Le persone si identificano come americani, cattolici, negri e così via, ma cosa vuol dire tutto questo? Ciò che sentiamo e pensiamo come persone è determinato principalmente dalle nostre esperienze interiori e non da dove viviamo, in quale chiesa preghiamo o dal colore della nostra pelle. Le persone hanno problemi d'identità perché cercano di identificarsi con cose esterne che non soddisfano il bisogno di scoprirsi come persone dotate di individualità ed esperienze interiori.

    CITAZIONE
    Una religione è un sogno collettivo dal quale bisogna svegliarsi.

    CITAZIONE
    Se reprimiamo i problemi, i sentimenti, le emozioni nella vita esterna, questi appariranno nei sogni come avversari che ci insidiano. Ciò che cerchiamo di evitare nella vita esterna sarà riproposto dalla fonte dei sogni per essere affrontato a livello interiore.

    CITAZIONE
    Noi temiamo il possibile, non l'attuale. Abbiamo paura di ciò che potrebbe succedere, di fatti non ancora successi! [...] Le persone non allenate a lavorare su ciò che è ostile reagiscono alla paura con l'evitare tutto.

    CITAZIONE
    Resistere al male lo incoraggia ad avvicinarsi. Accogliendolo, si accetta la sua forza distruttiva nello schema della propria esistenza. Escludendolo, esso si prenderà tutto. Quello che più temiamo è quel che ancora deve arrivare. Includiamolo, e sarà soltanto una parte del tutto.

    CITAZIONE
    La consapevolezza, non la tecnologia, contraddistingue la maturità di una cultura.


    Edited by Hartia. - 9/2/2023, 22:48
     
    .
  2.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Super intelligenza, il Deep Blue dei fumetti!

    Group
    Member
    Posts
    1,564
    Reputation
    +7
    Location
    Pianventena (RN)

    Status
    Offline
    1681001545818emmanuel_carrere_i_baffi
    Emmanuel Carrère - I baffi
    La Moustache (1986)

    Adelphi Edizioni, Milano, 2020,
    traduzione di Maurizia Balmelli
    14x22 cm, 149 pp.,
    ISBN 9788845934599.


    È quasi un capriccio, uno scherzo, quello di tagliarsi i baffi, da parte del protagonista di questo inquietante romanzo. Ma ci sono scherzi (Milan Kundera insegna) che possono avere conseguenze anche molto gravi. Il nostro non più baffuto eroe si troverà infatti proiettato di colpo – lui che voleva solo fare una sorpresa alla moglie – in un universo da incubo: perché tutti quelli che lo conoscono da anni, e la moglie per prima, affermano di non averli mai visti, quei baffi, e che dunque nella sua faccia niente è cambiato. Il mondo comincia allora ad apparirgli «fuor di squadra», e il confine tra la realtà e la sua immaginazione sempre più sfumato. Delle due l’una: o è pazzo, o è vittima di un mostruoso complotto, ordito dalla moglie con la complicità di amici e colleghi, per convincerlo che è pazzo. Non gli resta che fuggire, il più lontano possibile. Ma servirà? O non è altro, la fuga stessa, che il punto di non ritorno? Per nessun lettore sarà facile ripensare a questo libro – in cui ritroviamo le atmosfere visionarie e paranoiche di quel Philip K. Dick sul quale Emmanuel Carrère ha scritto con illuminante finezza – senza un brivido di turbamento.

    Si parte: il lettore viene immerso nei meandri della mente di un personaggio, senza nome, al quale, sembrerebbe, la moglie giocherellona sta facendogli uno scherzo, convincendolo che non s'è accorta del taglio drastico dei baffi del marito perché... non ha mai avuto i baffi! Deve trattarsi per forza di questo, di una burla. I pensieri del protagonista ci convincono che la moglie è capace di inscenare scherzi ben elaborati coinvolgendo anche gli amici a reggere il gioco. Però il gioco è bello finché dura poco e ora inizia a diventare pesante. Ma si tratta davvero di un gioco? Il dubbio arriva, vorace, e distrugge tutto: il rapporto con la moglie, le amicizie, il lavoro, la famiglia... Carrère è abile nel descrivere il tormento di un protagonista incapace di capire sé stesso, o che forse si scopre ora per la prima volta preda di un'enorme menzogna, alla ricerca di uno straccio di prova, che possa preferibilmente dargli ragione, ma in fondo si accontenterebbe anche di una prova a sfavore, purché sia un prova che porti a una qualche spiegazione. Ed è drammatico vivere insieme al protagonista questo sconforto, senza più alcun punto di riferimento fisico o mentale al quale potersi aggrappare. Il rischio d'impazzire è alto. Ma nessuno è pazzo. Tutti sono pazzi. E allora non rimane che scappare, lontano, ricominciare; trovare conforto in gesti abitudinali, ripetitivi. Dimenticare. Ma chi siamo davvero di fronte a quello specchio? La domanda rimane. Il dubbio rimane... in un finale che è auto-affermazione di sé stessi e negazione al contempo. E io? Io, lettore, sono davvero sicuro di chi sono?

    Voto: 4,5/5.


    QUI ho raccolto un po' di citazioni:
    1646578273251logo2
     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar

    Lui. Non importa dire altro!

    Group
    Utente+
    Posts
    55,906
    Reputation
    +44

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE (Hartia. @ 9/4/2023, 18:45) 
    1681001545818emmanuel_carrere_i_baffi
    Emmanuel Carrère - I baffi
    La Moustache (1986)

    Adelphi Edizioni, Milano, 2020,
    traduzione di Maurizia Balmelli
    14x22 cm, 149 pp.,
    ISBN 9788845934599.


    È quasi un capriccio, uno scherzo, quello di tagliarsi i baffi, da parte del protagonista di questo inquietante romanzo. Ma ci sono scherzi (Milan Kundera insegna) che possono avere conseguenze anche molto gravi. Il nostro non più baffuto eroe si troverà infatti proiettato di colpo – lui che voleva solo fare una sorpresa alla moglie – in un universo da incubo: perché tutti quelli che lo conoscono da anni, e la moglie per prima, affermano di non averli mai visti, quei baffi, e che dunque nella sua faccia niente è cambiato. Il mondo comincia allora ad apparirgli «fuor di squadra», e il confine tra la realtà e la sua immaginazione sempre più sfumato. Delle due l’una: o è pazzo, o è vittima di un mostruoso complotto, ordito dalla moglie con la complicità di amici e colleghi, per convincerlo che è pazzo. Non gli resta che fuggire, il più lontano possibile. Ma servirà? O non è altro, la fuga stessa, che il punto di non ritorno? Per nessun lettore sarà facile ripensare a questo libro – in cui ritroviamo le atmosfere visionarie e paranoiche di quel Philip K. Dick sul quale Emmanuel Carrère ha scritto con illuminante finezza – senza un brivido di turbamento.

    Si parte: il lettore viene immerso nei meandri della mente di un personaggio, senza nome, al quale, sembrerebbe, la moglie giocherellona sta facendogli uno scherzo, convincendolo che non s'è accorta del taglio drastico dei baffi del marito perché... non ha mai avuto i baffi! Deve trattarsi per forza di questo, di una burla. I pensieri del protagonista ci convincono che la moglie è capace di inscenare scherzi ben elaborati coinvolgendo anche gli amici a reggere il gioco. Però il gioco è bello finché dura poco e ora inizia a diventare pesante. Ma si tratta davvero di un gioco? Il dubbio arriva, vorace, e distrugge tutto: il rapporto con la moglie, le amicizie, il lavoro, la famiglia... Carrère è abile nel descrivere il tormento di un protagonista incapace di capire sé stesso, o che forse si scopre ora per la prima volta preda di un'enorme menzogna, alla ricerca di uno straccio di prova, che possa preferibilmente dargli ragione, ma in fondo si accontenterebbe anche di una prova a sfavore, purché sia un prova che porti a una qualche spiegazione. Ed è drammatico vivere insieme al protagonista questo sconforto, senza più alcun punto di riferimento fisico o mentale al quale potersi aggrappare. Il rischio d'impazzire è alto. Ma nessuno è pazzo. Tutti sono pazzi. E allora non rimane che scappare, lontano, ricominciare; trovare conforto in gesti abitudinali, ripetitivi. Dimenticare. Ma chi siamo davvero di fronte a quello specchio? La domanda rimane. Il dubbio rimane... in un finale che è auto-affermazione di sé stessi e negazione al contempo. E io? Io, lettore, sono davvero sicuro di chi sono?

    Voto: 4,5/5.


    QUI ho raccolto un po' di citazioni:
    1646578273251logo2

    sembra un racconto di kafka
     
    .
1022 replies since 7/5/2007, 13:42   6759 views
  Share  
.