Libri: ultime letture e vecchi ricordi

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    Super intelligenza, il Deep Blue dei fumetti!

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    Jean-Philippe Faure, Céline Girardet - Empatia. Al cuore della comunicazione nonviolenta

    Editrice Aam Terra Nuova, Firenze, 2017
    traduzione di Laura Tenorini
    15x21 cm, 195 pp.
    ISBN 978-88-6681-182-4

    [ aN | LU ]

    Essere empatici significa saper ascoltare in modo globale e profondo. Significa essere presenti e offrire un'attenzione benevola ai bisogni dell'interlocutore. Significa mettere da parte il proprio ego affinché non abbia il sopravvento nella comunicazione e quindi nella relazione. Elementi che, tutti insieme, permettono una connessione profonda con l'altro e le sue sofferenze, evitando di identificarsi con esse. Jean-Philippe Faure e Céline Girardet ci invitano a una vera e propria rivoluzione concettuale: praticare l'empatia nella vita di tutti i giorni per migliorare la nostra esistenza e quella di coloro che sono intorno a noi. Attraverso testimonianze, esempi pratici ed esercizi, il libro ci aiuta a comprendere meglio che cos'è l'empatia, come impiegarla nel quotidiano e come metterla al servizio di una comunicazione autentica. Un testo rivolto a tutti perché l'ascolto consapevole che è al cuore della Comunicazione nonviolenta è un ingrediente prezioso per portare pace e felicità nella vita di tutti noi.

    Ho approcciato questo volume senza conoscere nulla di tale metodo empatico; ignorantemente pensavo che avrei potuto esercitare il mio modo di affrontare un dialogo con una persona che mi rivela le proprie insicurezze e le proprie problematiche, riuscendo a essere più empatico nei suoi confronti, appunto. Pensavo inoltre che la comunicazione nonviolenta potesse aiutarmi in tutte quelle situazioni nelle quali l'ira la fa da padrona e mi porta irruentemente a pronunciare frasi delle quali, a mente un po' più lucida, finisco inevitabilmente a pentirmi di essermele lasciate sfuggire di bocca. Insomma ho affrontato l'acquisto di questo titolo nella più totale ignoranza! :D E sebbene la prima ipotesi, tutto sommato, non si sia rivelata così tanto errata, dopo aver letto questo libro la domanda che mi sorge spontanea è: ma a cosa serve questo tomo?! Ok, mi ha spiegato più concretamente cos'è l'empatia e la CNV, ma questo avrebbe potuto spiegarmelo molto più velocemente un qualsiasi sito on-line, se solo avessi voluto colmare questa lacuna. La pecca più grossa di questo volume letterario, secondo me, è che, a detta stessa degli autori, vuole rimanere una marginale trattazione del libro "padre" della CNV scritto da Marshall Rosenberg, spesso citato e al quale si viene rimandati. Ma la trattazione è davvero marginale e superficiale, non vi è un vero e proprio coinvolgimento, non viene esposta la filosofia che risiede dietro a questo metodo, vi sono solo dei gran esempi di testimonianze. E sarà che tale pratica non mi ha convinto per nulla, trovandola anzi piuttosto fredda e irritante per il ricevente, ma davvero non sono riusciti a coinvolgermi. E nemmeno sento l'esigenza di approfondire Rosenberg dopo questo tentativo. Ahiloro, progetto bocciato!

    Voto: 1,5/5.

    QUI ho raccolto un po' di citazioni:
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    Gino Cervi - La fabbrica della nebbia. Piccolo viaggio sentimentale dentro quel che cancella e svela

    Ediciclo Editore, Portogruaro, 2021
    11x16 cm, 91 pp.
    ISBN 9788865493366

    [ aN | LU ]

    La collana «Piccola filosofia di viaggio» invita Gino Cervi, giornalista, scrittore e, in particolare, "meccanico di libri", a indagare intorno a quel che di materiale e di immateriale si nasconde e, proprio nel nascondersi, si rivela dentro la nebbia, una delle più potenti macchine letterarie per immaginare e, forse, interpretare il mondo.

    Consigliatami da un'amica come una collana filosofica, in realtà ho trovato tra le mani un prodotto assai distante da quel che mi immaginavo potesse essere. Non un trattato filosofico o un'analisi saggistica bensì una, anzi tante, definizioni personali di tale Gino Cervi - che non conoscevo -, ben farcite da esperienze personali, ricordi e racconti di vita propria in chiave autobiografica. Tendenzialmente il primo pensiero che potrebbe passarvi ora nell'anticamera del cervello sarebbe: "che mi frega di leggere le memorie di una persona che nemmeno conosco?". Vero, potrei persino parzialmente concordare. Eppure Gino Cervi - no, non l'attore bolognese - ha dalla sua la padronanza della lingua, delle parole, del lessico. Sa scrivere, e bene. Affronta vari argomenti, molti dei quali non rientrano nemmeno tra i miei interessi (il ciclismo, il calcio), ma è così abile a destreggiarsi col lessico da incuriosire il lettore qualsiasi cosa dica, qualsiasi tema tratti. E, ovviamente, in tutto ciò riesce a mantenere la nebbia la protagonista principale delle sue elucubrazioni. Vi è persino una curata ricerca a citazioni, talvolta utilizzate come punto di partenza sulle quali avviare nuovi pensieri e ragionamenti. E proprio qui giungiamo in un errore grossolano commesso dall'edizione: nessun riferimento alle fonti dalle quali provengono le citazioni, nessuna nota, nessun rimando; è pertanto impossibile potere curiosare e approfondire. Si ascolta (o meglio, si legge). Ed è piacevole. Ma non si è veicolati, non reindirizzati. Questo è il tratto nebbioso di questo volume sulla nebbia.

    Voto: 2,5/5.



    QUI ho raccolto un po' di citazioni:
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    Mary Shelley - Metamorfosi. Racconti gotici
    Transformation (1830)

    La Tartaruga Edizioni, Milano, 2006
    traduzione di Masolino D'Amico
    14,5x21 cm, 88 pp.
    ISBN 9788877384454

    [ aN | LU ]

    Consegnata all'eterna fama da Frankestein, la sua opera più famosa, Mary Shelley scrisse anche altri romanzi e una serie di racconti meno conosciuti. Assolutamente inediti, infatti, sono quelli tradotti in questo volume che prende il titolo dal primo, Metamorfosi. La scrittura si addentra nei territori del macabro, del sinistro, del soprannaturale: il risultato è un autentico capolavoro della letteratura gotica. Altri due racconti accompagnano Metamorfosi: Il mortale immortale e Il Malocchio completano questa piccola perla letteraria esaltando la maestri, la perfezione e la forza creativa già nota di Mary Shelley.

    Un trittico di brevi racconti gotici scritti da uno dei nomi più noti della letteratura nera, in una splendida traduzione di Masolino D'Amico che rende appieno la magnificenza di quest'opera. Proprio per via della loro brevità, si leggono molto facilmente e con spensieratezza. Forse risulterà più noioso e complicato seguire l'ultimo dei tre racconti, Il Malocchio, in quanto gremito di un'infinità di nomi e luoghi reconditi, laddove non oramai del tutto remoti. Rimane comunque una veloce e piacevole lettura, che potrà entusiasmare tanto più chi è già interessato al genere.

    Voto: 3/5.


    QUI ho raccolto un po' di citazioni:
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    CITAZIONE
    All'ingresso di lei la stanza si soffuse di una luce sacrale. Era un aspetto angelico, il suo - quegli occhi grandi e morbidi, quelle guance piene, con le fossette, e quella bocca di dolcezza infantile che esprimeva la rara unione di felicità e amore. Per prima cosa fui sopraffatto dallo stupore ammirato. È mia! Fu la seconda fiera emozione, e la bocca mi si curvò in una smorfia di altero trionfo.

    CITAZIONE
    Un cavallo spinto fino al parossismo da un cavaliere armato di speroni dentati non era più schiavo di me alla violenta tirannia del mio temperamento. Un demone possedeva la mia anima, irritandola fino alla follia. Sentivo dentro di me la voce della coscienza; ma se le cedevo per un breve intervallo, era solo per essere strappato via, un momento dopo, da una sorte di turbine - trasportato sulla corrente di un'ira disperata - trastullo delle tempeste suscitate dall'orgoglio.

    CITAZIONE
    Vagai lungo la sponda del mare, con un uragano di passioni che mi riempiva e lacerava l'anima.

    CITAZIONE
    Vendetta! - la parola mi sembrava un balsamo. L'abbracciai - l'accarezzai - finché, come un serpente, quella non mi addentò.

    CITAZIONE
    Oh, attesa, che cosa terribile sei, quando ti accende più la paura della speranza! Come ti attorci intorno al cuore, torturandone le pulsazioni! Come lanci fitte sconosciute per tutto il nostro debole meccanismo, e un momento è come se tu voglia farci tremare come vetro infranto fino a ridurci un nonnulla, un altro come se rinnovassi in noi delle forze tuttavia impotenti; e così ci tormenti con una sensazione simile a quella dell'uomo forte che non riesce a spezzare le sue catene per quanto queste si pieghino nella sua stretta.

    CITAZIONE
    Non tenterò di descrivere il sonno trionfante e beato che immerse la mia anima nel paradiso durante le rimanenti ore di quella notte memorabile. Le parole sarebbero deboli e superficiali campioni del mio godimento, o della letizia che si impossessò del mio petto quando mi svegliai. Camminavo per aria - i miei pensieri erano nel cielo. La terra sembrava cielo, e il mio destino su di essa prometteva di essere un'estasi di piacere.

    CITAZIONE
    [...] non passerà un anno ancora prima che, incontrando pericoli giganteschi - combattendo con le forze del gelo nella loro dimora - io consegni questo corpo, gabbia troppo tenace per un'anima assetata di libertà, agli elementi distruttivi dell'aria e dell'acqua - o, se sopravvivrò, il mio nome sarà registrato come uno dei più famosi tra i figli degli uomini; e, compiuto il mio compito, adotterò un mezzo più risoluto, e, sparpagliando e annientando gli atomi che compongono il mio corpo, darò la libertà alla vita colà imprigionata, e così crudelmente impedita di innalzarsi da questa scura terra a una sfera più congeniale alla sua essenza immortale.

    CITAZIONE
    L'infelicità è una visitatrice meglio accolta quando viene nella sua forma più scura e ci avvolge in un nero perpetuo, poiché allora il cuore non soffre più di speranza delusa.
     
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    Apro un topic per le letture che state facendo adesso (diciamo in questi giorni...).

    Parto io con il primo volume di City Hunter xyz, un ottimo mini balenottero che ho acquistato, insieme agli altri della collezione e che completano la serie.

    Non pensavo fosse così divertente e mi sembra anche migliore del cartone (che ricordo solo vagamente). Composto da tanti mini episodi, capitoli, dalle storie coinvolgenti.
     
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    Io non leggo più niente da tanto e ultimamente ho letto solo libri.

    Al momento sono diversi mesi che sto leggendo Ritorno a Cold Mountain. Libro che regalai a mia moglie dopo aver visto il film.
    Il libro è una palla enorme
     
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    Io sto leggendo qualche saggio che avevo preso da un po'. Disney a fumetti, un bellissimo libro sulle pubblicazioni disneyane nel mondo; Bonelli 80 anni a fumetti; Eccetto topolino e altre cose del genere.
     
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    CITAZIONE (Greyskull @ 29/12/2022, 19:05) 
    Io non leggo più niente da tanto e ultimamente ho letto solo libri.

    Al momento sono diversi mesi che sto leggendo Ritorno a Cold Mountain. Libro che regalai a mia moglie dopo aver visto il film.
    Il libro è una palla enorme

    beh allora puoi abbandonarlo, chi ti costringe :lol:

    CITAZIONE (magico @ 29/12/2022, 19:40) 
    Io sto leggendo qualche saggio che avevo preso da un po'. Disney a fumetti, un bellissimo libro sulle pubblicazioni disneyane nel mondo; Bonelli 80 anni a fumetti; Eccetto topolino e altre cose del genere.

    belli i saggi, presi tempo fa il tomo "we told you so..." Che ripercorre la storia della phantagraphics, veramente interessante. Un super tomo comunque X) credo, fra l'altro, che non sia stato tradotto da noi


    Adesso sono al secondo volume di Sunny di Tatsumoto, vado di manga ultimamente.
     
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    Sommo Sapiente di strisce sindacate

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    CITAZIONE (Umbert-one @ 30/12/2022, 22:41) 
    belli i saggi, presi tempo fa il tomo "we told you so..." Che ripercorre la storia della phantagraphics, veramente interessante. Un super tomo comunque X) credo, fra l'altro, che non sia stato tradotto da noi

    Interessante, non credo di averlo mai visto.
     
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    Mah guarda ero arrivato a metà e per problemi vari non ero riuscito a proseguirlo. Comunque vorrei sicuramente proseguirlo un giorno.

    Intanto vado di Rain like hammers di brandon graham, image comics, sono al secondo numero e vorrei capire dove vuole andare a parare...sempre bello nei disegni e nei colori :)
     
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    Grande! Ricordo quando uscì, lo aspettavo smaniosamente
     
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    Ieri sono andato in biblioteca e per la prima volta ne sono uscito con 2 libri anziché uno.
    Il primo è Léon di Lucarelli, seguito di Almost Blue che mi piacque tantissimo. L'altro è Non ti faccio niente della già conosciuta Paola Barbato.
    Che non sapevo scrivesse altro oltre ai fumetti.

    Bene, alla faccia di "non leggo quasi più"
     
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    Lèon di Lucarelli divorato perché Lucarelli sa scrivere veloce e tagliare corto. Però insomma, non il thriller del secolo. Carino dai.
     
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    Sono a metà di Non ti faccio niente della Barbato. Mi sta piacendo parecchio. Spero non si risolva con una chiusura frettolosa o incompleta.
     
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    Priya Basil - Elogio dell'ospitalità. Riflessioni sul cibo e sul significato della generosità
    Gastfreundschaft (2019)


    Il Saggiatore, Milano, 2020
    traduzione di Alessandra Castellazzi
    13,5x19 cm, 130 pp.
    ISBN 9788842826248

    [ LT | LU ]

    Riesci a immaginarti a una cena con il tuo fidanzato tedesco e tua madre indiana? Lei che cerca di rimpinzarlo, lui che cerca di rifiutare cortesemente e tu che cerchi di non scoppiare a ridere. E magari ti viene in mente quella volta in cui, da piccola, lei aveva preparato il suo piatto forte, il tuo piatto preferito – un kadhi di curry, coriandolo e peperoncino –, e tu ci sei rimasta male perché non potevi mangiartelo tutto tu e ti toccava condividerlo con gli ospiti. Oppure quella volta in cui hai tenuto banco al pranzo nel centro di accoglienza per migranti, riuscendo con l’aiuto di un manicaretto curdo a far dialogare culture lontanissime tra loro. Priya Basil ci racconta con ironia e schiettezza che cosa significa essere ospitali e come usare la condivisione del cibo per imparare a stare insieme, al di là di ogni differenza e diffidenza. Perché il cibo abita le nostre vite. Ci sfama, ci sostenta, ci appaga. E, se inatteso e bizzarro, può anche stupirci e spaesarci, proprio come chi non conosciamo: l’altro da noi, il forestiero che bussa alla nostra porta e ci chiede di entrare. Riusciamo a sorprenderci e insieme nutrirci dell’imprevisto? Può la comunione di un piatto diventare comunione di esistenze? Siamo capaci di offrire un posto accanto a noi allo straniero di cui non sappiamo nulla? In Elogio dell’ospitalità Priya Basil ci spinge a esprimere la nostra generosità, invitandoci a offrire e ricevere, condividere e accogliere senza riserve, per capire che solo nell’ospitalità incondizionata possiamo trovare il nostro senso di comunità. E vivere così in un mondo in cui ogni persona può sentirsi a casa, chiunque essa sia.

    Le prime pagine mi avevano lasciato ben sperare. I temi intavolati sembravano interessanti, vi erano citazioni e rimandi ad altri scritti di altri autori (e personalmente adoVo quando mi danno modo di espandere gli approfondimenti altrove) e, tutto sommato, le intrusioni personali erano ancora accettabili e, vuoi per via dell'infanzia particolare dell'autrice, persino interessanti. Ma ben presto la mia percezione sugli intenti di questo libro è mutata. Anzitutto è parso sempre più chiaro quanto non vi sia un filo conduttore; si passa da un argomento all'altro così come talvolta, parlando dal vivo, capita possa succedere quando si vogliono dire tante cose e semplicemente vengono rigurgitate una dopo l'altra senza amalgamarle, senza un ingrediente che funga da legante (dato che si parla di cucina!). In più, i temi che vengono proposti, sono sempre e solo analizzati dal punto di vista dell'autrice, quasi come fosse una biografia. Per di più, leggendo i pensieri di Priya e iniziandola a "conoscere", sempre più è andata aumentando l'antipatia nei suoi confronti; una donna fintamente altruista, egoisticamente generosa, perbenista per convenzione, consciamente sprecona, veicolata dalle imposizioni della società piuttosto che seguire un proprio ideale... "predica bene ma razzola male" mi sono detto, a un certo punto. Giudizio certamente avventato e non definitivo, d'altronde non la conosco affatto se non per queste 120 pagine, ma il sentore che ho avuto nei suoi confronti mi ha persino portato a domandarmi: è davvero la persona giusta per un saggio simile? Fatico a definirlo, per davvero, un saggio. Con il formarsi di questi pensieri, le aspettative che mi ero creato sono drasticamente crollate. Non mancano passaggi e frasi degne di nota, che mi sono prontamente segnato, però, in definitiva, resomi conto della incoerenza dell'autrice, che attualmente fatico a definire una persona ospitale come il titolo dell'opera lascerebbe intendere, il libro rimane una lettura sottotono. L'associazione del cibo rimane, a conti fatti, un appiglio troppo debole per sviluppare un libro simile. Non è una lettura sgradevole ma non è ciò che mi aspettavo dopo aver letto la quarta di copertina.

    Voto: 2/5.


    QUI ho raccolto un po' di citazioni:
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    CITAZIONE
    Iniziamo come ospiti, ognuno di noi. Creaturine vulnerabili bisognose di tutto, a lungo capaci di ricambiare solo con poco o nulla; eppure, di solito, ci insinuiamo in profondità nella vita di chi si prende cura di noi e ci insediamo stabilmente nei loro cuori.

    CITAZIONE
    Forse diventare adulti significa imparare a ospitare, più che a essere ospitati: accudire più di quanto, o almeno tanto quanto, siamo accuditi.

    CITAZIONE
    Ogni secolo e ogni paese hanno le loro storie di eccessi: il banchetto imperiale Manchu Han offerto da Kangxi, il quarto imperatore della dinastia Qing, dove furono servite 108 portate a più di 2500 ospiti. Le tavole regolarmente imbandite con centinaia di piatti per volere dell'imperatore Moghul Akbar. La festa con cinquanta portate per il matrimonio di Maria de' Medici ed Enrico IV, re di Francia, tenutasi a Firenze alla fine del XVII secolo. La notte del 1817 in cui il futuro Giorgio IV d'Inghilterra tenne una cena in onore della visita del granduca Nicola di Russia, dove furono serviti 127 piatti preparati da Marie-Antoine Carême, al tempo lo chef più celebre e costoso del mondo. Le diciotto tonnellate di cibo fatte arrivare in aereo a Persepoli nel 1971 per un festeggiamento di tre giorni, apparentemente «il più costoso di sempre», organizzato dallo scià d'Iran in occasione dei 2500 anni del paese. Eventi del genere suggeriscono che un'eccessiva ospitalità può essere una forma di ostilità: il pasto è un amichevole avvertimento dei mezzi e del potere di chi ospita.

    CITAZIONE
    Nel libro Late Victorian Holocausts, lo storico Mike Davis descrive come le oscillazioni atmosferiche estreme dell'ultimo quarto del XIX secolo causarono gravi siccità e monsoni in alcune aree del Sud del mondo, tra cui Cina, Brasile, Egitto e India. Davis dimostra che l'amministrazione coloniale sfruttò questi disastri naturali per scatenare ed esacerbare le carestie che causarono morti di massa, indebolendo le terre colpite e rafforzando così il controllo straniero.

    CITAZIONE
    Il libro di Davis mette a nudo l'imperialismo occidentale al massimo della sua programmatica inospitalità: la distruzione di una popolazione privata delle proprie scorte alimentari. Non trattavano i sudditi agonizzanti delle colonie come nemici o stranieri, ma come se non fossero umani. Nel 1902, tra i 12 e i 29 milioni di indiani morirono a causa delle politiche britanniche contro la carestia.

    CITAZIONE
    Cos'è una storia se non un richiamo a restare? [...] La storia e l'ascoltatore si aprono, si dispiegano l'uno nell'altro e si danno asilo.

    CITAZIONE
    Una ricetta è una storia che non può essere plagiata.

    CITAZIONE
    Le ricette sono la versione originaria dell'open source, mettono a disposizione dei mattoncini da modificare nel tempo, nello spazio e nelle stagioni per creare un'infinità di piatti.

    CITAZIONE
    Niente come il desiderio, qualunque sia il suo oggetto, ci aiuta a dimenticare i nostri scrupoli.

    CITAZIONE
    L'amore è la risorsa naturale per eccellenza, illimitata, che dona crescendo e cresce donando.

    CITAZIONE
    Il significato stesso della parola hospitality ha cambiato radicalmente significato in inglese. Ora è usata soprattutto come prefisso di industry e rappresenta un ampio settore commerciale, dagli hotel ai ristoranti, dalle spa ai parchi divertimenti. L'industria dell'ospitalità. Un ossimoro? Quando un'espressione che a lungo ha significato dare senza ricevere nulla in cambio diventa sinonimo di pagare per ottenere dei servizi che promettono di essere soddisfatti o rimborsati, cosa ci dice di noi?

    CITAZIONE
    La filosofia, in un certo senso, è la lunga storia di come sentirsi a casa in mezzo alle contraddizioni e alla complessità.
     
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